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CINEMA:”The Host” al Megaplex Stardust un film dove la fantascienza fa solo da contorno, bello ed originale

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Diane Kruger e Saorise Ronan

The Host, l’ospite, è un film tratto dall’omonimo romanzo di Stephenie Meyer autrice della saga di Twilight che raccoglie ed elabora un’idea del più grande scrittore di libri di fantascienza, Isaac Asimov, cioè la presenza di uno più cervelli di due esseri pensanti all’interno della stessa persona e quindi la persona stessa che rivive con la sua personalità e le sue idee.

Asimov lo faceva per “salvare” gli uomini più importanti del nostro tempo, gli inventori, i geni, le persone che grazie al loro contributo erano riuscite a migliorare l’umanità, il cui cervello veniva impiantato all’interno di un altro essere umano e nella stessa persona vivevano quindi due persone: questo consentiva alla società di avvalenrsi ancora delel abilità di quella person a che sarebbe morta e che invece conti nua vivere e può dare ancora il suo contributo al mondo.

In Host, invece, ad invadere la nostra mente (e i nostri corpi) sono gli alieni, ma sono però esseri buoni e capaci che hanno migliorato la nostra società.

Attorno a questo si snoda la trama del film che è nota già nella prima scena ed è per questo che l’abbiamo raccontata

Senza dubbio siamo di fronte ad un’idea molto originale che apre tanti possibili scenari di conflitto, di conoscenza reciproca dell’ospite e di quest’ultimo sugli usi e costumi dei terrestri.

La protagonista Saorise Ronan

William Hurt

Non abbiamo letto il libro, ma siamo convinti che sia superiore al film perché consente certe narrazioni che qui sono soltanto abbozzate o, causa l’esiguità del tempo a disposizione, affrontate in maniera superficiale rispetto al libro, ma il regista, Andrew Niccol, lo fa molto bene e tutto funziona alla perfezione.

E d’altro canto siamo di fronte sicuramente ad un maestro della Fantascienza: Niccol infatti è di certo, uno degli autori più originali del genere: e lo ha dimostrato in film come InTime (2012) e il più vecchio “S1m0ne” del 2002 vero precursore del mondo attuale con la creazione di un personaggio virtuale che diventa protagonista nella vita reale.

Da un regista così, quindi, era logico attendersi un film come minimo originale, ma il tocco del maestro arriva nella scelta dell’attrice principale: Niccol opta per la 18enne Saorise Ronan, la ragazzina inglese destinata forse a diventare (insieme a Jennifer Laurence) una delle più brave attrici di tutti i tempi, che vanta già una nomination all’oscar e al Golden Globe.

Una scena del film

Saorise (che in gaelico significa libertà) l’abbiamo già apprezzata in Hanna, Amabili resti, Embrer ed Espiazione.

La Ronan conferma tutta la sua espressività e a soli 18 anni sa reggere molto tempo davanti alla cinepresa, muta, senza dire una parola ma con lo sguardo che esprime tutto.

Lo aveva già fatto in Hanna e qui si ripete: la giovane attrice riesce a trasmettere allo spettatore, solo con lo sguardo, tutti sentimenti che il personaggio che interpreta si porta dentro. E’ per questo motivo che la Ronan si dimostra grandissima attrice, perché non è sicuramente facile, a soli 18 anni, fare questo.

Tra gli altri attori, una citazione a William Hurt, nei panni dello zio della protagonista, un attore che forse non ha avuto, nella sua lunga carriera, i giusti riconoscimenti che avrebbe meritato dopo la superba interpretazione in Gorky park

Infine ci soffermiamo sulla recitazione della splendida 36enne tedesca Diane Kruger (Unknow-senza identità, Bastardi senza gloria, Il mistero delle Pagine perdute e Il mistero dei templari), qui nell’insolita parte della cattiva: l’attrice è talmente poliedrica e brava che riesce a dare un’interpretazione davvero originale.

30 marzo 2013

Una scena del film

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