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TORTONA: Dal rapporto annuale della Caritas aumentano i poveri del 14%, sempre più italiani e meno stranieri

La nuova povertà sono le persone separate con figli con un lavoro precario o disoccupati, anche nel Tortonese. E non più immigrati stranieri, ma soprattutto donne e genitori schiacciati dal costo economico di una separazione. Questi i “nuovi poveri” tortonesi che secondo gli ultimi dati statistici sono aumentati del 14%.

Risulta dal Rapporto di fine anno della Caritas Diocesana di Tortona. Un rapporto che “fotografa” una situazione sempre più grave: nel 2012, alla Caritas di Tortona si sono rivolte ben 489 persone (404 donne e 85 uomini) che chiedono soprattutto un lavoro.

Moreno Baggini

“Sino a qualche tempo fa – dice il vice direttore della Caritas Moreno Baggini – erano soprattutto immigrati senza punti di riferimento nella nostra città. Ora la crisi bussa anche a categorie fino a qualche anno fa al riparo dalla povertà. Lavoratori che hanno perso il proprio impiego, padri separati senza un posto dove dormire. I dati di quest’anno fotografano una situazione critica: i poveri cambiano e crescono. Alla grave povertà di beni materiali (che lentamente sta tornando a crescere), si aggiunge la nuova povertà: famiglie “normali”, spesso monoreddito, drasticamente penalizzate dalla crisi economica, dalla perdita del lavoro, dalla precarietà dei nuovi contratti.”

Secondo i dati della Caritas, perdita del lavoro e separazioni in famiglia sono alcune delle cause principali che trascinano l’aumento costante delle categorie a rischio povertà. Ad ammetterlo sono gli stessi operatori e volontari del Centro di Ascolto della Caritas che cercano di arginare il fenomeno: “Abbiamo incontrato persone che non erano mai arrivate a chiedere aiuto”. I più ‘fortunati’, con gli ultimi soldi rimasti, abbattono il proprio tenore di vita riducendo consumi e spese. Per gli altri, l’unica alternativa alla strada è la Casa della Carità per un’accoglienza strutturata.

Non è soltanto la crisi a spingere verso al povertà. E’ il caso di chi, oltre a perdere un lavoro si trova ad affrontare una rottura familiare, che tra spese legali e terapeutiche può costare cifre a quattro zeri: “Finché si vive in una famiglia si ha una vita e un reddito normale, una volta che si passa per la separazione si diventa immediatamente indigenti”.

“Stiamo parlando di famiglie italiane di lavoratori lasciati a casa da un giorno all’altro – conclude Baggini – padri ai quali una separazione ha portato via insieme agli affetti anche i soldi per vivere e hanno imparato a chiamare “casa” le sale d’aspetto degli ospedali, immigrati che erano riusciti a costruirsi una solidità economica e ora sono ritornati al punto di partenza: camminano tutti su una linea di confine che mese dopo mese diventa sempre più sottile.”

 11 gennaio 2013

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