Il presidente del Consiglio comunale Franco Carabetta è imbufalito: dopo aver evidenziato al direttore dell’Asl, Paolo Marforio, le difficoltà che dovranno affrontare molti tortonesi e sollevato problemi a cui Marforio non ha risposto, rincara la dose.
“Purtroppo – dice Carabetta – viviamo in un epoca in cui la diplomazia e consentitemelo le buone maniere non pagano. Con il Sindaco abbiamo più volte dibattuto su questo tema, armandoci sempre di pazienza , comprensione buona educazione e “ragionevolezza” politico amministrativa. Ci siamo sforzati di capire gli altri, di immedesimarci negli altri per cercare di creare i migliori presupposti di lavoro per il conseguimento del miglior risultato per il bene della nostra comunità tortonese.Ma forse abbiamo sbagliato. Premettendo che personalmente non ho mai creduto più di tanto alle manifestazioni eclatanti quali quelle che stiamo meditando, credo che una riflessione sulla reale possibilità di conseguimento del risultato, sia d’obbligo farla. Infatti, pur unendo, da un lato importanti azioni Istituzionali, come l’approvazione di un Ordine del Giorno da parte di tutti i Consigli Comunali del distretto sanitario tortonese, e dall’altro il manifestato disappunto con una massiccia presenza in Regione di una folta rappresentanza cittadina, ritengo che conoscendo la “Ragion Politica”, ciò possa sortire un buon effetto purtroppo solo mediatico.”
“Per fare in modo che il nostro ululato non salga in cielo solo alla luna – aggiunge Carabetta – dobbiamo affiancare a queste azioni pur sempre significative, azioni politiche concrete che ci permettano di cogliere nel centro il bersaglio con un azione non di facciata, non di sola partecipazione pubblica, che è pure importantissima ma rischia tanto evocare una certa demagogia di cui faccio volentieri a meno. Nel nostro caso specifico da anni si parla sulle nostre teste del futuro del nostro ospedale e nulla ci viene comunicato e detto in merito, nessuno ci interpella, ci coinvolge, come se la decisione di compromettere il futuro del nostro ospedale non ci riguardasse minimamente. A decidere o a contribuire alla decisione, non devono esserci persone che vivono il territorio, conoscono o meglio lavorano nell’ambito del nostro distretto sanitario, ma bensì a disquisire e a decidere sono persone che Tortona la conoscono solo per coordinate geografiche e che di mestiere fanno bene tutto, tranne che quello che sono state deputate a fare .
Oltre al danno la beffa, quel che è peggio è che a governare la nostra sanità ci siamo noi: cioè c’è il PDL con la Lega Nord, quindi lo stesso schieramento politico che abbiamo nel nostro Comune. Ciò, normalmente, dovrebbe stare a significare l’esistenza di un collegamento politico amministrativo diretto, una linea preferenziale in termini comunicativi e politici. Scusate ma io questo collegamento non l’ho mai intravisto né indirettamente né tantomeno direttamente! Ciò a mio avviso è semplicemente inaccettabile!”
Carabetta chiuse il suo intervento ricordando quanto esposto nei giorni scorsi: “Se dobbiamo fare l’accorpamento dei reparti Ospedalieri – conclude – è stato tenuto conto della logistica e delle distanze che dividono i servizi dal diritto del cittadino? In un mondo dove costantemente si vogliono ridurre le distanze, i tempi e le attese in ogni settore in tutti i servizi, dove cerchiamo di ridurre le distanze che separano le istituzioni dal cittadino, dove vogliamo anche fare effettuare le iscrizioni scolastiche telematicamente per ridurre i tempi, rispetto alle questioni primarie della vita e cioè la salute, noi anziché ridurre le distanze dai servizi ospedalieri, le allunghiamo drasticamente con tutti i disagi conseguenti . Esempio per raggiungere Novi Ligure partendo da Volpedo ci vogliono 54 minuti, 46 da Sale, 53 da Casalnoceto oltre un’ora da San Sebastiano e Molino dei Torti. Per ultimo una considerazione sui reparti di Ostetricia e Pediatria: Tutti siamo d’accordo che i due reparti non possono e non devono essere disgiunti per ovvi motivi di complementarità dei servizi stessi. La valutazione sul futuro del mantenimento del servizio, non può essere fatto asetticamente su un dato numerico, se pur indicativo, ma non significativo al punto da comportare una decisione assoluta. Infatti stiamo parlando di 418 natalità a confronto dei 500 previsti dalla normativa . La stessa condizione riguarderebbe anche il comune di Acqui Terme con 403 nuovi nati, ma non per questo dovrebbe essere chiuso il reparto , con il decentramento su Alessandria con indescrivibili conseguenti disagi . Pertanto nella valutazione e decisione sul futuro dei due reparti, per forza di cose devono essere considerati alcuni aspetti certamente non secondari come le condizioni delle strutture disponibili, I macchinari recentemente acquistati di assoluto aggiornamento tecnologico e tra l’altro di non facile ricollocazione, le professionalità e la preparazione del personale dei singoli reparti, i costi, non trascurabili, derivanti da un eventuale trasferimento dei due reparti, il potenziamento del reparto del punto nascita, da 500 a 1000 parti presso l’Ospedale di Tortona ,oltre che a risultare strutturalmente fattibile con costi contenuti, potrebbe avvenire a costo zero per la l’Azienda Sanitaria e per la Regione.”
31 gennaio 2013