Su molti giornali oggi appare la notizia di un episodio avvenuto a Pareto, frazione Fabbrica Curone dove si accusa il 118 di Alessandria di essere arrivato in ritardo e di non aver salvato un uomo di 59 anni colto da infarto, perché l’ambulanza ha impiegato troppo tempo mentre a pochi Km c’era l’ospedale di Varzi con un ambulanza pronta ad intervenire e magari l’uomo avrebbe potuto salvarsi.
Amici dello scomparso lanciano strali ed accusano il 118 minacciando di portare la vicenda sul tavolo del ministro Balduzzi
Anche noi eravamo a conoscenza della notizia ma volutamente l’abbiamo ignorata perché l’abbiamo ritenuta inutile e pretestuosa e ci spiace davvero che alcuni nostri colleghi, che come noi conoscono perfettamente la situazione e il modo di lavorare del 118, pur di pubblicare la notizia a caratteri cubitali accusino un sistema noto a tutti, di cui il 118 di Alessandria non ha alcuna colpa.
Ci spieghiamo meglio: il 118 ha carattere geografico provinciale per cui da ogni telefono situato in provincia di Alessandria quando si compone il numero risponde la centrale operativa di Alessandria, anche se a pochi Km esiste un altro ospedale, ma situato in altra provincia. Questo è noto e risaputo, soprattutto dagli organi di informazione e da chi lavora nella sanità.
Il 118 di Alessandria valutata la situazione invia l’elicottero o l’ambulanza idonea (con o senza medico a bordo) più vicina. Nel caso in questione, a quanto pare, era quella di Tortona, a 30 km. Così funziona il servizio di emergenza, ma non solo nella provincia, in tutta Italia.
Non vogliamo accusare nessuno, ma in certi casi come quello in questione, quando esiste un ospedale così vicino, forse sarebbe più utile rivolgersi direttamente presso quest’ultimo trasportando là il malato o chiamare direttamente quella struttura ospedaliera.
Riteniamo l’attacco al 118 di Alessandria ingiusto, soprattutto perché conosciamo la struttura alessandrina, sappiamo come operano i soccorritori e siamo coscienti delle numerose vite umane che riescono a salvare malgrado i continui tagli al settore della sanità che li costringe a fare i salti mortali.
Se poi il sistema è sbagliato si deve correggere, ma questo non spetta agli operatori del 118 perché la loro dedizione al servizio e il loro prodigarsi per salvare le persone è fuori dubbio.
Per questo motivo non ci sentiamo di unirci al coro di coloro che criticano questi soccorritori, perché è grazie a loro se molte persone sono ancora vive.
27 gennaio 2013