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CASTELNUOVO SCRIVIA: Allarme profughi al Centro “Don Orione”. I carabinieri intervengono per calmarli


A Castelnuovo Scrivia si fa pesante la situazione relativa ai 40 rifugiati politici africani che sono alloggiati presso la struttura “Don Orione” di via Garibaldi. Lo Stato, ha dichiarato la chiusura dell’emergenza umanitaria Nord Africa e ha demandato alle singole Prefetture la gestione con i precedenti gestori. Questa nuova attività dovrebbe durare altri 2 mesi e poi chiudersi definitivamente. I problemi, però, sono tutti sul tappeto e irrisolti, tranne il permesso di soggiorno che è stato dato a tutti a titolo umanitario con la durata di un anno.

L’assessore Gianni Girani

“A Castelnuovo – dice l’assessore Gianni Girani – abbiamo il gruppo più numeroso di tutta la provincia di Alessandria (40 persone) e abbiamo cercato di dare il massimo per farli sentire almeno parte della comunità castelnovese fornendo strutture sportive ed educative, corsi scolastici, inserimento in attività comunali temporanee; ma ora essi chiedono di poter lavorare e di avere un alloggio. Il che nel nostro paese è praticamente impossibile, soprattutto in questo momento di crisi economica. La maggior parte vorrebbe andarsene, ma non ha la possibilità di ottenere il passaporto o il titolo di viaggio né la carta d’identità. Di conseguenza é loro impossibile spostarsi sul territorio nazionale alla ricerca del lavoro e di un tetto, pur avendo già punti di riferimento presso amici o parenti inseritisi negli anni scorsi.”

In giornata c’è stata un’ ennesima riunione fra la cooperativa e i quaranta rifugiati alla quale ha partecipato anche l’assessore.

“La tensione era palpabile – aggiunge Girani – e gli animi piuttosto agitati, a tal punto che si è dovuto chiamare i carabinieri per evitare scontri. La cooperativa si è dichiarata disponibile a versare loro una somma intorno ai 500 euro per lasciare la struttura. Ma la loro richiesta, almeno al momento, non è quella di avere un contributo economico. A loro serve un passaporto che lo Stato non può fornire e che i paesi di origine concedono, quando ciò avviene, con cifre assai alte e con tempi lunghissimi. Inoltre senza carta di identità non hanno possibilità di viaggiare. La questione dei profughi provenienti da Lampedusa si è trascinata nel tempo ed è stata gestita confusamente dallo Stato. Noi abbiamo cercato di fare tutto il possibile, ma ora si è al dunque e temo, sperando di sbagliarmi, che si arriverà alla scadenza con molti nodi non sciolti.”

Per giovedì è previsto un incontro in Prefettura.

 2 gennaio 2013

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