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TORTONA: Tanti attestati di cordoglio per la morte di Adriano Bianchi, da Rita Rossa al Ministro, a Cavallera

La morte di Adriano Bianchi ha suscitato profondo cordoglio in molte personalità della provincia di Alessandria, ne riportiamo alcune.

 

Renato Balduzzi, Ministro della Salute

Adriano Bianchi col Ministro Balduzzi

Nella Resistenza, nella professione, nella politica, nell’impegno all’interno prima dei Laureati cattolici e poi del Meic Adriano ha saputo portare il soffio di un’ispirazione elevata, di una moralità senza cedimenti, di una passione per una migliore città dell’uomo.

Negli ultimi anni aveva poi accentuato il suo profilo di narratore della Resistenza e della fase di formazione della Repubblica, mettendo a disposizione anche e soprattutto dei più giovani il senso della sua lunga esperienza di vita.

Parlando delle ragioni che portarono molti giovani di vent’anni a scegliere l’impegno nella lotta di liberazione, cosi’ si esprimeva: ‘La mobilitazione si produsse non per rivendicare privilegi, non per conseguire un potere da esercitare sugli altri, ma fu un’offerta, una conquista comune’.

La vita dell’avvocato Bianchi e’ stata coerente con quella conquista comune.

 

Lorenzo Bianchi, il nipote

Portero’ sempre con me l’orgoglio di aver conosciuto mio Zio Adriano personalmente e professionalmente. Conosciuto ed infinitamente apprezzato. L’orgoglio di un insegnamento umano e professionale inestimabile, del quale spero di essere, almeno minimamente, all’altezza. Arrivederci, Zio.

 

Ugo Cavallera, vice presidente Regione Piemonte

Adriano Bianchi ai tempi della politica

È scomparso oggi, 27 dicembre, l’avvocato Adriano Bianchi, protagonista della lotta partigiana, illustre esponente della Democrazia Cristiana regionale negli anni ‘70 e ‘80, e a lungo figura di riferimento per il partito dei Cattolici e per la politica piemontese.

L’avvocato Bianchi fu consigliere regionale, capogruppo della DC in Regione, nella prima e seconda legislatura, eletto nella circoscrizione provinciale di Alessandria. Nella prima legislatura, dal 1970 al 1975, fu componente della II Commissione (Urbanistica, Trasporti e comunicazioni, Infrastrutture, Viabilità) e della VI Commissione (Problemi economici del settore agricolo, industriale, artigianale, Cave e torbiere, Acque minerali e termali, Fiere e mercati). Nella seconda legislatura, dal 1975 al 1980, si occupò di problematiche similari assumendo la carica di componente della II, III e VI Commissione. Personalità di riconosciuta autorevolezza ed integrità politica e morale, nella stagione del terrorismo difficile anche per la nostra Regione, fu eletto al delicato incarico di Presidente di Commissione speciale di indagine conoscitiva sui fatti eversivi in Piemonte.

L’Avvocato Bianchi è stato tra i redattori del primo Statuto della Regione Piemonte. Sono ricordati i suoi efficaci e vibranti interventi sia nell’Aula del Consiglio regionale sia come oratore ufficiale nelle occasioni istituzionali o commemorative di eventi significativi della nostra storia più recente, ad iniziare da quelli collegati alla Resistenza a cui Adriano Bianchi ha partecipato come combattente venendo poi decorato “al valore”.

Per me e tanti altri amici è stato un punto di riferimento politico nella DC alessandrina, esempio di un’etica politica e di un impegno fondati sui valori della verità, della libertà e della solidarietà.

 

Rita Rossa, sindaco di Alessandria

Con Adriano Bianchi si spegne una delle voci più poderose e limpide della Resistenza e dell’antifascismo.

Comandante partigiano, medaglia d’argento della Resistenza, è stato anche grande uomo di cultura, divulgatore dei principi e dei valori per i quali ha vissuto e nei quali ha creduto sempre.

Attivissimo, professionista di grande livello, sapeva trasmettere in tutto ciò che faceva il senso della sua grande dirittura morale e della sua onestà intellettuale.

Padre fondatore della Regione Piemonte, di cui ha contribuito a redigere lo Statuto, è stato baluardo delle difesa della democrazia contro le Brigate Rosse.

Ricordo la presentazione del suo ultimo libro con il quale aveva voluto significare che la Resistenza non si è conclusa il 26 aprile 1945, ma è proseguita, attraverso i principi della Costituzione, come momento di affermazione dei diritti dell’uomo, da conquistare giorno per giorno.

Personalmente perdo un grande amico e un maestro di vita: so che mi mancherà, ma spero che la sua amicizia sappia ancora guidarmi e ricordarmi ogni giorno che al primo posto viene la dignità dell’uomo e la sua libertà.

Ai suoi familiari, a coloro che gli furono più vicini, giungano i sentimenti del più profondo cordoglio e di un dolore sincero.

 27 dicembre 2012

 

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