Un finto matrimonio, una contessa costretta alla clausura, un duca e un manoscritto – verità giunto dal ‘600 sino a noi: sono questi gli ingredienti del romanzo storico “Nec ferro nec igne – Nel segno di Camilla” scritto da Cinzia Montagna e che sarà presentato venerdì 14 dicembre alle ore 18.00 presso la Biblioteca Civica di Tortona.
L’incontro sarà introdotto da Giorgio Gatti, Direttore della Biblioteca, e sarà moderato da Daniela Catalano del settimanale “Il Popolo”. Oltre all’autrice interverrà Roberto Maestri, Presidente del Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato”, editore del libro.
Il titolo del libro corrisponde al motto della famiglia Faà, conti e marchesi di Bruno, piccolo paese in provincia d’Asti: “Né con la spada né con il fuoco”. Una famiglia di studiosi, scienziati, musicisti, uomini e donne di Chiesa. Figlia di Ardizzino Faà, Camilla nacque nel 1599 a Casale. Si innamorò di lei, sedicenne damigella di corte Gonzaga, il Duca di Mantova, Ferdinando. Pur di convincerla dei propri sentimenti, il Duca inscenò un finto matrimonio, celebrato nel 1616 e dal quale nacque un bambino, Giacinto, legittimato ma non nella posizione di diventare erede causa la nullità delle nozze. Pochi mesi dopo la nascita del bambino, il Duca sposò, questa volta in vere nozze, Caterina De’ Medici. Camilla dovette sparire dal mondo: nel 1622 divenne suora di clausura presso il Convento del Corpus Domini di Ferrara, dove morì 40 anni dopo e dove è sepolta fra le tombe degli Estensi. Accanto a lei, la tomba di Lucrezia Borgia. Ma Camilla non sparì completamente: scrisse il racconto della sua triste storia e il suo manoscritto è giunto sino a noi, straordinario documento di letteratura femminile claustrale.
La vicenda vera è ricostruita nel libro di Cinzia Montagna con gli occhi di un giornalista dei nostri tempi, specializzato in ambito ben diverso da quello storico. La voce narrante è infatti quella di un giornalista enogastronomico, improvvisamente alle prese, fra Barbera, Freisa, Grignolino, fritto misto e bagna caoda, con la ricostruzione di quanto avvenne fra Monferrato, Mantova e Ferrara quattro secoli fa in piena guerra dei Cent’anni, durante la prima e la seconda guerra del Monferrato, la peste e la forte sensazione di punti d’incontro con la nota vicenda manzoniana della monaca di Monza, ambientata proprio in quegli anni. Esiste davvero un legame fra la vicenda di Camilla e quella della monaca di Monza? E fra Manzoni e i Faà? Chi è l’autore del misterioso ritratto di Camilla, denso di simbologie, ancor oggi conservato nel castello dei Faà a Bruno? Cosa rappresenta la fata (o la strega) dell’arma dei Faà?
A queste domande cerca di dare una risposta il libro della Montagna, giocando fra presente e remoto passato, quotidianità e misteri.
12 dicembre 2012