Siamo nel Terzo millennio, ma la libertà di parola, a quanto pare, ad alcune persone, è ancora preclusa.
Tutti gli assessori della Giunta-Berutti e i consiglieri di maggioranza, infatti, non possono più rilasciare interviste autonome ai giornalisti: chi vuole intervistarli deve inviare delle domande scritte al Comune che poi inoltrerà le risposte (scritte ovviamente) al giornalista.
Il contatto diretto, ai fini di un’intervista, è vietato e le risposte, a quanto pare, prima di essere pubblicate verranno “filtrate” dal Comune.
Sembra di essere tornati ai tempi dello “Ius primae noctis” quando il Feudatario aveva potere supremo su tutti i suoi sudditi.
Sembra incredibile, ma a Tortona è così.
La conferma ci è arrivata lunedì pomeriggio: volevamo intervistare il presidente della Commissione urbanistica, Gianpietro Porta del Pdl, per chiedergli un parere sulla bocciatura della variante al Piano Regolatore da parte della Provincia di Alessandria; la nostra collaboratrice aveva già fissato l’appuntamento ma all’ultimo momento Porta ha declinato l’invito “mi è stato detto – ha risposto alla nostra collaboratrice – che anche per i consiglieri sono necessarie domande e risposte tramite l’ufficio stampa”.
Affermazione che poco dopo é stata confermata anche dal Comune di Tortona, che gentilmente ci ha invitato a presentare domande scritte.
Al Comune, ovviamente, non a Porta.
A dire il vero non è stata la prima volta che siamo incappati nel diktat del Comune: come giornale eravamo già stati “ripresi” dall’ Ufficio stampa perché, senza chiedere il permesso, avevamo effettuato un’intervista all’assessore Mario Galvani.
In quell’occasione ci era stato detto chiaramente che la Giunta aveva deciso di non rilasciare più interviste almeno sino alla fine dell’anno e che dal 1° gennaio in poi, tutte le interviste avrebbero dovuto essere scritte e passare tramite il Comune.
Poi, chissà perché, la data del 1° gennaio è stata abolita, ma è rimasta la regola delle interviste scritte.
GALEOTTA FU L’INTERVISTA AL VICE SINDACO
Il diktat del Comune è arrivato dopo la nostra intervista al vice sindaco Carlo Galuppo che, a quanto pare, si era lasciato sfuggire dichiarazioni che avevano sollevato perplessità e le rimostranze da parte di alcuni consiglieri dell’opposizione.
Per evitare ulteriori “disastri” la Giunta si è chiusa a riccio. Una decisione che non è il massimo della democrazia e della trasparenza, ma che può anche essere giustificabile se vista, ad esempio, come atto di estrema difesa per evitare che qualche assessore possa rilasciare dichiarazioni tali da sconfessare l’operato del sindaco.
Una decisione, che può anche essere legittima, visto che gli assessori sono nominati dal sindaco e il loro rapporto col primo cittadino si basa sulla fiducia.
D’altro canto è risaputo che il sindaco ha potere quasi assoluto nei confronti dei suoi assessori che senza alcuna giustificazione può rimuovere dall’incarico da un momento all’altro, visto che gli assessori rispondono solo al sindaco che li ha nominati.
MA SIAMO RITORNATI AL VENTENNIO FASCISTA?
Completamente diversa, invece, è la posizione di un consigliere comunale, sia esso presidente di una commissione come Gianpietro Porta, o singolo consigliere senza incarichi.
Il consigliere comunale, infatti, NON RISPONDE AL SINDACO ma alle persone che lo hanno eletto, perché non è stato scelto da Berutti, ma votato dalla gente. Per questo motivo, il sindaco, su di lui, non può e non deve avere alcun potere.
Per questo motivo, quando Porta ci ha negato l’intervista adducendo il fatto che il Comune gliel’aveva impedito, siamo rimasti senza parole e la domanda spontanea che ci è sorta è stata: “ma siamo ritornati nel ventennio fascista?”
Ci siamo chiesti, allora, se il veto valesse soltanto nei confronti del nostro giornale o per tutti i giornalisti.
Per capirlo abbiamo interpellato due nostri colleghi giornalisti chiedendo se anche loro erano stati informati di queste ultime novità ed abbiamo avuto una risposta positiva e l’altra negativa.
Due risposte diverse che ci hanno lasciato ancora più perplessi ed aprono forti interrogativi sulla chiarezza di idee che hanno in municipio sul modo di gestire i rapporti con gli organi di informazione.
IN COMUNE ALEGGIA IL TERRORE?
Che la situazione in seno all’Amministrazione comunale non sia delle più rosee lo avevamo già capito sabato pomeriggio, quando abbiamo incontrato un assessore che passeggiava per le vie della città e ci siamo fermati per scambiare due chiacchiere con lui. L’assessore prima di parlare ha voluto essere rassicurato sul fatto che quella fosse una conversazione rigorosamente privata e non un’ intervista.
Non abbiamo potuto evitare di cogliere un lampo di terrore nei suoi occhi al solo pensiero che anche solo una frase delle numerose che ci ha detto, fosse pubblicata senza il nulla osta dei suoi superiori.
“Tranquillo, caro assessore, non ti tradiamo, e per di più sei anche tra i più simpatici, però vedi di non tradirti tu.”
Questo, giusto per fare un esempio, sul clima che sembra regnare in Comune, dove nessuno è più libero di parlare con i giornalisti perché rischia di essere “cazziato” (o peggio) dal Grande Capo.
Dopo la vicenda che ha coinvolto Porta ci siamo stropicciati gli occhi e abbiamo guardato il calendario per avere la certezza di essere nel 2012, poi ci siamo dati un pizzicotto per essere certi di non sognare, e alla fine ci siamo posti un’unica, lecita e universale domanda: ma è questa la democrazia che regna a Tortona?
Angelo Bottiroli
10 dicembre 2012