Coi lavori del Terzo Valico il territorio tortonese subirà una grande devastazione, ma il problema non sembra interessare più di tanto gli Amministratori, né i politici tortonesi, che, insieme a quasi tutti i giornalisti locali, hanno disertato l’assemblea pubblica che si è svolta giovedì sera alla sala Romita del Comune di Tortona, gremitissima.
Secondo quanto emerso dall’incontro, i lavori per la costruzione del Terzo Valico provocheranno una vera e propria devastazione al territorio tortonese: almeno tre cave verranno utilizzate per ospitare lo “smarino” cioè il terreno contenente amianto che verrà tolto dalle montagne per realizzare i tunnel e una di queste, in località Castello Armellino fra Tortona e Sale, con ogni probabilità, ospiterà anche lo “schiumogeno” cioè il materiale contenente additivi e altre sostanze chimiche potenzialmente pericolose che vengono utilizzate per realizzare i trafori.
Questo è quanto emerso dalla relazione di Antonello Brunetti e di altri ambientalisti locali.
Si è trattato di un primo confronto pubblico dopo l’assemblea organizzativa della scorsa estate.
“Leggendo certi dati – ha detto Antonello Brunetti – come minimo tutti i cittadini dovrebbero indignarsi nel vedere l’uso indiscriminato del territorio che verrà fatto.”
Brunetti ha illustrato quello che, secondo gli ecologisti, si preannuncia come un vero e proprio assalto al territorio tortonese, tutto circondato da cave pronte ad essere utilizzate dal Cociv, il Consorzio di imprese che dovrebbe realizzare il Terzo Valico.
Brunetti ha esposto una situazione che se confermata, farebbe rabbrividire: “La cava più grande che verrà utilizzata – ha aggiunto – si trova in località Romanagrotta tra Rivalta Scrivia e Pozzolo Formigaro. E’ una zona di ben 108 ettari di terreno, grande come l’abitato di Pozzolo, tanto per farci un’idea. Stiamo parlando di un’area grande come 200 campi di calcio, da dove verranno prelevati 1 milione 800 mila metri cubi di terreno (ghiaia e argilla) e verrà riempita con 1 milione 500 mila metri cubi di smarino, che come tutti sanno contiene amianto. Poi abbiamo la cava in località Casone a ovest di Rivalta Scrivia, grande 34 ettari, profonda 6 metri e ancora la cava Montemerla a nord di Tortona. Quest’ultima a breve distanza dal centro abitato. Senza parlare di tutte le altre che potrebbero essere utilizzate. Abbiamo calcolato che i lavori dureranno 8 anni con una media di oltre 553 camion al giorno in più sulle strade.”
Tra gli intervenuti anche Tino Balduzzi, noto ambientalista della zona, che ha lanciato l’allarme sullo schiumogeno: “La cava in Località Castello Armellino – ha detto – è ideale per ospitare questa sostanza inquinante perché è poco profonda e lo schiumogeno deve rimanere all’aperto per essiccare.”
Brunetti ha anche sommariamente elencato altri problemi legati al territorio: una serie di dati che di per sé dovrebbero indurre alla discussione, invece, come evidenziato all’inizio dell’assemblea da Enzo Pernigotti del Comitato Rivalta vivibile, le istituzioni si badano ben dall’affrontare l’argomento. Perché?
21 dicembre 2012