“Sei Umberto?Piacere sono Rick Boyd!”. Comincia così il mio fantastico incontro con Federico Boido, 74 anni, grande attore italiano dalle origini novesi che al suo attivo vanta centinaia di film tra cui “Per un pugno di dollari”, “La Dolce Vita”, “Titanic”,”Pirati dei Caraibi”, “Il codice da Vinci”, “Angeli e Demoni” solo per citarne qualcuno. Personalità poliedrica, definirlo attore è decisamente riduttivo perché è anche giornalista, scrittore, sceneggiatore cinematografico, soggettista, regista teatrale, miniaturista e pittore. Decidiamo di incontraci a Roma in bellissimo parco della zona Eur in compagnia dell’amica Giovanna D’Urso storica truccatrice dello spettacolo e anche scrittrice con l’ultimo libro Oltre la vita che sta riscuotendo un successo enorme.
Gli chiediamo che ricordo abbia di Novi Ligure: “ Be’ sono passati parecchi anni – dice -. Mi ricordo che passavo molto tempo nell’edicola delle mie zie davanti alla stazione. Inoltre ho uno zio. lì. Ho iniziato a chiamarmi Rick Boyd quando ho girato “Per un pugno di dollari”. Poiché era il primo film del genere western a essere mostrato negli Stati Uniti, molti membri della troupe e del cast assunsero nomi americani.”
Federico Boido fa spesso la parte delc attvo nei film: “il fatto- aggiunge – è che è il mio volto che mi ha portato ad interpretare ruoli di questo tipo. Ho la faccia da cattivo e la cosa non mi pesa….anzi…probabilmente è stata la mia fortuna!”
Poi racconta alcuni episodi curiosi: “ho offerto un gelato a Papa Wojtyla – dice – lo conobbi quando era ancora cardinale sul set a Cracovia de “Le tre Moschettiere” nel ’69. Poi lo rividi a Roma in piazza Santa Maria in Trastevere. Ero seduto al Bar Benito lui arrivò, mi vide e mi disse riferendosi al mio affogato “Che buono ma chissà quanto costa!” . Così gliene feci portare subito uno e posso dire che da li in poi nacque un’amicizia molto forte.”
“Non avrei mai pensato che sarebbe diventato Papa – aggiunge – ma già quando era cardinale si capiva chiaramente il suo intento di cercare di unire le religioni. Grande uomo.”
Poi parla degli attori con cui ha lavorato e di quelli che lo hanno colpito maggiormente.
“Mi é piaciuto lavorare molto con Leonardo Di Caprio e James Cameron – spiega – che conobbi quando girai con loro Titanic. Tra le persone più antipatiche che ho conosciuto cito Klaus Kinski che non mi è mai andato molto a genio. Diciamo che era uno di quelli che sputava nel piatto dove aveva appena mangiato e la cosa mi infastidiva molto.”
Poi fa una rivelazione: “Un capitolo a parte – conclude – è stato Marlon Brando con il quale litigai negli anni sessanta. Quando ho fatto “Riflessi in un occhio d’oro” c’era una scena in cui Brando doveva sfiorarmi il viso. Lui invece cercò di toccarmi le parti intime. Aveva chiaramente una sessualità controversa. Ci provava veramente con tutti.”
Umberto Cabella
2 dicembre 2012