Ognuno ha diritto di disporre di sé, di prostituirsi, di drogarsi, di suicidarsi. E un diritto anche delle donne di fare del proprio corpo quello che meglio credono, di fare anche il mestiere più vecchio del mondo. Coloro che fanno prostituzione del proprio corpo, diciamocelo, sono addirittura una esigua minoranza rispetto alla massa che in ogni posto di lavoro fa prostituzione del proprio intelletto, a cominciare dai giornalisti. Nella caccia ai più deboli della società (accattoni con cagnolino, zingare che allattano ecc.) Rossa, di questo passo, vorrà vietare ai tossicodipendenti e agli alcolisti di sostare sulle panchine, piuttosto che perseguire gli spacciatori e i baristi. La foglia di fico dietro la quale vogliono nascondersi i benpensanti alla Rita copre sempre così: togliere le prostitute dalle strade è lotta contro gli sfruttatori. Ipocrisia bella e buona. E dove vuoi metterle le prostitute? Nelle case chiuse, evidentemente. Già, perché i protettori cosa ci impiegano ad affittare i tanti appartamenti vuoti e sfruttare a catena di montaggio, a livello industriale?
Se invece di dare la caccia alle prostitute sulle strade, Rita Rossa, vuoi veramente combattere i magnaccia, ben altre sono le vie da intraprendere, più impegnative: azioni di intelligence dentro il racket criminale, mentre ascolto, assistenza, dialogo, educazione, aiuti economico e legale, inserimento sociale, offerte di posti di lavoro alle donne. Tutti daccordo i partiti con la sindaco, dalla destra, PD compreso. Contro il suo antifemminismo hanno invece votato i grillini. E, uscendo dall’eremo della Cultura, anche l’assessore Giorgio Barberis, Rifondazione, forse memore di aver fatto con me un sit-in di protesta davanti al Comune contro l’ex Fabbio. Uscire dalla Giunta neanche a parlarne, tanti altri rospi dovrà ingoiare.
Lino Balza
4 dicembre 2012