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LETTERE IN REDAZIONE: Il ricavato di Telethon servirà a finanziare anche esperimenti sugli animali


Egregia redazone,

si sta concludendo la “maratona” di Telethon. La RAI, in svariati programmi televisivi e radiofonici, ci ha invitati in maniera quasi ossessiva a donare soldi. La raccolta continuerà, lontano dagli schermi televisivi, fino al 18 Dicembre, oltre che tutto l’anno. Nel periodo natalizio questo genere di raccolta ha ancora più successo.

Il problema è che il ricavato servirà a finanziare ANCHE esperimenti su animali, dolorosi e mortali per gli animali e inutili per i malati.

La ricerca che fa uso della vivisezione non è ricerca.

E’ importante rendere noto a chi è contrario alla vivisezione, sia da un punto di vista etico che scientifico, che sostenere Telethon significa finanziare ANCHE la vivisezione.

La posizione di Telethon sul tema è simile a quella delle altre note associazioni per la ricerca medica: si nascondono dietro alle parole e ripetono il ritornello “Meglio salvare un topo o un bambino?”, senza evidenziare che, con la sperimentazioni su animali, si ammazzano certamente animali come topi, conigli, cani, scimmie, ma questo non è utile a “salvare i bambini”, perché dal punto di vista scientifico la sperimentaziione sugli animali non serve agli umani.

Telethon dichiara di finanziare la sperimentazione animale considerandola l’unico metodo riconosciuto per testare possibili cure, ignorando completamente i numerosi metodi cosiddetti “alternativi” ma che in realtà sono scientifici, più di quanto lo siano la vivisezione e la sperimentazione che hanno dato prova di errori irrimediabili, permettendo la commercializzazione di farmaci dannosi e addirittura letali per gli esseri umani.

Per giustificare la vivisezione, Telethon evita l’uso del termine “vivisezione”, sostituendola con “sperimentazione animale” che ha un minore impatto emotivo sulla gente, ma il contenuto degli esperimenti è sempre lo stesso: enormi sofferenze per gli animali, con la loro uccisione finale.

Telethon non vuole informare il pubblico su quanta parte della “ricerca” sia in realtà vivisezione, né quanta parte dei fondi raccolti vada a finanziare questa sperimentazione su animali.

Vale la pena aggiungere che gli animali usati nelle sperimentazioni finanziate da Telethon non hanno probabilità di salvezza e sono sottoposti fin dalla nascita a sofferenze estreme: si tratta soprattutto di animali modificati geneticamente, già “progettati” per manifestare dalla nascita malattie o situazioni anomale molto invalidanti per le quali è impossibile recupero e riscatto.

Fare vivisezione significa obbedire a un’ammuffita logica positivista: sostenere che esista solo questa logica equivale ad ammettere l’incapacità di guardare in altre direzioni. E’ un errore metodologico.

Molti scienziati se ne sono resi conto e sono schierati contro la vivisezione: alcuni di questi sono ex vivisettori che hanno capito gli errori commessi in passato.

Quando dichiaro la mia contrarietà alla vivisezione, vengo definita “idealista”, come se ciò fosse inconciliabile con la scienza.

A me viene in mente Galileo Galilei: credo che in lui convivessero benissimo idealismo e scienza.

Essere idealisti non è un limite ma una forza: le grandi conquiste civile e sociali della storia sono state opera di idealisti: l’abolizione della schiavitù, della segregazione razziale, l’uguaglianza civile tra uomini e donne, il diritto di sciopero che è stato a lungo illegale e ora è addirittura un diritto costituzionale… e molti altre conquiste che hanno segnato la vita dei popoli.

Bisogna essere idealisti per sperare nell’abolizione della vivisezione e io lo sono.

Cordiali saluti.

Paola Re – Tortona



 17 dicembre 2012

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