Egregio Direttore,
mettiamola così: un papà, megalomane e schizzofrenico decide, all’insaputa della famiglia, che non ne conosce i costi veri, di togliersi una libidine e comprare una Ferrari per andare in giro a fare il “figo”. Poi arriva la crisi, lui perde il lavoro e la mamma, rimane l’unica a fare le pulizie in nero. Allora dice al papà, puntualmente ubriaco ed assente, che la Ferrari non la voleva prima e men che meno la vuole adesso! Ma il papà le ricorda che ha firmato la caparra e che se retrocede paga penali e perde un sacco di soldi, quindi la Ferrari la porterà a casa comunque. Cosa deve fare la mamma che, unica lucida in famiglia, sà che non solo quella macchina non potrà finire di pagarla ma nemmeno mantenerla?
Ecco, gli estimatori e promotori del ponte Meier ( i papà con la Ferrari ) sono sempre più a corto di argomenti e sputacchiano veleno e fantasiose illusioni invece di rispondere a delle contestazioni concrete ( le sane ragioni delle saggie madri di famiglia).
Qui lo dico e qui lo nego, quel ponte mi piace moltissimo, come, del resto, una bella Ferrari, ma se un manipolo di politicanti, vanitosi, deliranti ed incoscienti, vuole costruirlo a tutti i costi, anche a sprezzo dei sacrifici enormi e sproporzionati che ne deriveranno, non è che mi ci posso rassegnare solo perchè qualcuno, magari dall’alto, da molto in alto, ha voluto che fosse lui a comandare.
In quanto al popolo, vittima inconsapevole, lui non è spendaccione, nella mia metafora il popolo è come una madre di famiglia; capisce che il “papà”, disoccupato ed perennemente ubriaco, non ce la farà e quindi, puntualmente, toccherà a lei raddoppiare il lavoro, magari in nero e sottopagato, per cercare di venirne fuori, tutto questo affinchè il papà possa fregiarsi di una macchina che non è sua, non può mantenerla e che le banche prima o poi verranno a riprendersi.
Oggi tutti ammirano le piramidi, o monumenti giganteschi e splendidi, ma se solo i nostri politicanti fossero stati al posto di quegli schiavi che sono morti a frustate sotto i macigni che erano costretti a trasportare, forse, di quelle piramidi, ne avrebbero fatto volentieri a meno. Il problema è che, allora come oggi, gli schiavi siamo noi, è la povera gente, e noi dovremo pagare il conto dei nostri novelli Faraoni che, puntualmente, la faranno franca.
Alla fine della fiera vogliamo continuare a vivere come schiavi annaspando nel fango in nome di un Dio che Dio non è, o preferiamo raddrizzare la schiena e dire un secco NO, IO NON CI STO’ A QUESTO ATTO ECONOMICAMENTE CRIMINALE !?
Però…..c’è una terza via, un sano compromesso storico: il ponte si fà, se però o non si finisce o andiamo in vacca, i responsabili, che siano i Neri, o i Ferralasco, o le Rossa piuttosto che le Scagni o i Fabbio di turno, insomma i veri responsabili che saranno accertati che paghino i danni sino all’ultimo centesimo! Come? Ma dove li prenderanno i soldi? Non c’è problema! Se non li hanno vadano dritti in galera e si butti via la chiave!
Dalle mie parti si chiama giustizia, e dalle vostre???
Cordiali saluti
Franco Dell’Alba.
9 novembre 2012