La Cassa integrazione il doppio della media nazionale, le domande di disoccupazione aumentate del 44% e circa 52 mila lavoratori coinvolti tra disoccupati, esodati e persone in mobilità.
Questi, secondo la Cgil, i dati impietosi di una crisi economico – occupazionale che vede la provincia di Alessandria in ginocchio, in una situazione senza fine, con livelli peggiori di quelli del 2009.
Dati che sono stati divulgati durante una conferenza stampa che si è svolta giovedì pomeriggio presso la sede della Cgil. Ad illustrarli il segretario provinciale Silvana Tiberti che lanciato un vero e proprio grido di allarme.
I dati presi in esame si riferiscono ai primi 10 mesi del 2012. In questo periodo le ore di Cassa integrazione, su tutto il territorio provinciale sono state ben 11 milioni 498 mila: è il dato più alto degli ultimi cinque anni ed uno dei più alti di sempre, addirittura superiore a quello del 2009, anno in cui è iniziata la crisi quando le ore di Cassa integrazione erano state 11 milioni 56 mila.
“negli ultimi due anni – ha esordito Silvana Tiberti – la crisi è stata stagnante; adesso invece della ripresa abbiamo registrato un netto peggioramento. Il mondo del lavoro è in caduta ed è sempre peggio. La crisi si estende in tutti i settori, ma soprattutto in quello chimico e nell’edilizia. Stiamo andando peggio del paese: nella nostra provincia la Cassa integrazione è salita del 18% a fronte di una media nazionale del 10.”
Secondo la Cgil, stiamo superando i livelli critici del 2009 e l’anno in corso si sta dimostrando molto più critico per quanto riguarda l’economia e il mondo del lavoro.
“Abbiamo 4.600 lavoratori in mobilità – aggiunge Silvana Tiberti – e ogni mese ne vengono inseriti circa 500. Aumenta la disoccupazione e le persone che non sanno come arrivare a fine mese. Abbiamo contato circa 33 mila disoccupati, ma il dato preoccupante riguarda le domande ricevute alle nostre sedi che nei primi 10 mesi dell’anno sono state oltre 3 mila con una aumento del 44% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.”
I DATI DELL’OSSERVATORIO DEL LAVORO
La Cgil mette in luce due fattori: la diminuzione del reddito dei lavoratori dipendenti e la mancanza di liquidità delle imprese.
“Fra i principali fattori che hanno determinato la crisi – conclude Silvana Tiberti – c’è la diminuzione del reddito dei lavoratori dipendenti: alcuni rimarranno con contratti di lavori fermi dieci anni mentre il costo della vita aumenta. Questa perdita influisce sull’economia perché i lavoratori non possono più spendere come un tempo. Altra grossa problematica che sta manifestandosi sempre più spesso è la mancata di liquidità da parte delle aziende e le difficoltà che trovano per quanto riguarda l’accesso al credito: in pratica le aziende della zona hanno ordinativi, ma non riescono a trovare soldi per acquistare le materie prime.”
15 novembre 2012