Il Direttore Generale dell’Asl Paolo Marforio sta rinnegando sé stesso e quello che aveva dichiarato all’atto del suo insediamento durante una conferenza stampa che si era tenuta ad Alessandria in primavera.
A precisa domanda di chi scrive, aveva risposto che prima di attuare qualsiasi intervento sull’integrazione dei due ospedali di Tortona e Novi Ligure, prevista dal Piano Regionale, avrebbe preventivamente ascoltato i sindaci e la gente.
Invece, a quanto pare, sta facendo il contrario, perché il progetto di integrazione dei due ospedali è in fase di predisposizione – se non già predisposto – e né i tortonesi, né i novesi, sono stati sentiti. Di più: il sindaco di Tortona Massimo Berutti durante una recente conferenza stampa ha dichiarato che ogni volta che parla con Marforio chiedendo lumi sugli interventi che verranno fatti all’ospedale di Tortona lui glissa, scantona, cambia discorso.
Insomma un atteggiamento, quello di Marforio, che sta sollevando dubbi e perplessità e che ha convinto, praticamente nello stesso momento, Tortona e Novi Ligure a produrre due diversi documenti in cui chiedono di essere ascoltati.
IL DOCUMENTO DI TORTONA
Si tratta di una lettera che il Comitato in difesa dell’ospedale di Tortona ha inviato agli organi di informazione nella quale esprime forte preoccupazione per le decisioni che stanno per essere prese dal Direttore Generale dell’Asl, Paolo Marforio, in merito al futuro del Dipartimento Materno-Infantile, che rischia di essere trasferito all’ospedale di Novi Ligure. Decisioni che, a quanto pare, potrebbero essere effettuate d’imperio e senza consultare la popolazione o tenere conto delle oltre 10 mila firme che sono state consegnate a difesa dell’ospedale.
Lo scrive il presidente del Comitato, Aurelia Destro, che lancia l’allarme sullo strano silenzio che regna attorno a tutta la vicenda di cui si sa poco o nulla.
“In occasione dell’unico incontro avuto alla fine del mese di agosto con il direttore dell’ASL Paolo Marforio – dichiara Aurelia Destro – abbiano consegnato le 10.349 firme raccolte tra la cittadinanza tortonese a sostegno della permanenza dell’area materno-infantile nella nostra città. Il risultato della raccolta firme, superiore alle aspettative, dimostra la sensibilità del territorio ad un tema di cruciale importanza per la popolazione. In occasione dell’incontro abbiamo chiesto al Direttore di aggiornarci in merito agli indirizzi che la struttura intenderà assumere sulla questione. Marforio ha spiegato che la Direzione stava ancora vagliando le possibili soluzioni da adottare in vista della riorganizzazione del sistema sanitario e che la situazione avrebbe avuto una definizione entro il mese di settembre, ad oggi, però non abbiamo più saputo nulla”.
Il Comitato è in allarme: “Avendo appreso che è in via di presentazione in Regione lo strumento di pianificazione – aggiunge Aurelia destro – il Comitato intende prendere visione ed esaminare il contenuto del provvedimento prima di assumere qualsiasi decisione. Le informazioni che circolano, secondo cui il reparto di neonatalità sarà trasferito all’ospedale di Novi Ligure e quella di pediatria resterà a Tortona, non sono incoraggianti anche e soprattutto in prospettiva. A questo punto riserviamo ogni considerazione all’esame del documento, auspicando che ogni decisione sia comunicata alla cittadinanza con la necessaria puntualità e trasparenza.”
Di certo è che l’eventuale trasferimento del reparto neonatale all’ospedale di Tortona potrebbe provocare un danno alla Sanità piemontese, perché a quel punto molte tortonesi potrebbero scegliere di partorire a Voghera piuttosto che a Novi Ligure.
IL DOCUMENTO DI NOVI LIGURE
E’una nota approvata all’unanimità dai capigruppo dei partiti e firmata dal sindaco Lorenzo Robbiano e dal presidente del Consiglio comunale di cui riportiamo integralmente il testo di seguito:
La Conferenza dei Capigruppo e la Commissione Affari Sociali, riunitesi il giorno 11 ottobre 2012, sentita la relazione introduttiva del Sindaco Robbiano sui recenti incontri avuti sul Piano Sanitario Regionale e dell’ASL provinciale, esprime una forte preoccupazione sullo stato di incertezza delle decisioni che, sulla base del Piano Sanitario Regionale, debbono essere prese dall’ASL provinciale. Tale situazione è motivo di preoccupazione oltre che da parte dell’Amministrazione Comunale anche da parte dei dipendenti delle strutture sanitarie; esprime altrettanta preoccupazione è stata espressa per gli ulteriori tagli previsti a livello nazionale che, comunque, non devono penalizzare i servizi ospedalieri e territoriali della Sanità.
In questo contesto ritiene fondamentale il ruolo dei servizi territoriali sanitari e dell’Ospedale di Novi Ligure che opera in un’area geografica di circa 70/80 mila abitanti che si estende anche verso l’Ovadese.
Pertanto, essendo l’Ospedale di Novi Ligure sede di D.E.A., è necessario che vengano garantiti i servizi ospedalieri fondamentali e le relative risorse umane necessarie al funzionamento dei servizi stessi. In questo contesto i partecipanti alla riunione, rappresentanti di tutti i Gruppi consiliari presenti in Consiglio Comunale, non si oppongono all’integrazione dei due nosocomi di Novi Ligure e Tortona purché nella chiarezza di un piano atto a garantire le funzioni e pari dignità evitando il decadimento degli attuali livelli assistenziali. Anche per quanto riguarda gli investimenti, pubblici e privati, questi dovranno essere ripartiti in funzione del piano di integrazione tra i due Ospedali, previa discussione con gli Enti locali, e con pari equità e dignità.
La Conferenza dei Capigruppo e la Commissione Affari Sociali, richiamando integralmente l’ordine del giorno approvato il 20 marzo 2012 dal Consiglio Comunale di Novi Ligure, chiedono un incontro urgente con il Direttore Generale dell’ASL Alessandria per discutere la questione sopra citata.
15 ottobre 2012