Nulla è più vero in questa vicenda del vecchio detto “Il merito non paga”, infatti dopo alcuni giorni di riflessione la mia opinione sul dimissionamento dell’Assessore Barbadoro dalla Provincia di Alessandria non può che essere questa.
Anni di impegno, di progetti sviluppati e di risultati ottenuti con il riconoscimento manifestato da diversi soggetti del mondo del lavoro, della formazione e della scuola provinciale non sono stati sufficienti a garantire la conferma di Massimo Barbadoro alla guida del proprio assessorato fino alla scadenza naturale della Giunta.
Dispiace soprattutto per chi ha fatto quelle scelta, che non abbia avuto il coraggio di comunicargliela direttamente agli interessati. Un piccolo turbamento oppure un po’ di vergogna non l’ho vista, né sentita. Grandi e finte parole di rammarico e nient’altro.
Si parla di scelte obbligate, ma è difficile capire da chi. Giochi di una politica allo sbando che ha sacrificato sull’altare forse dell’interesse personale e di logiche ormai logore due assessorati importanti come quello del lavoro, formazione e pubblica istruzione e dall’altro quello delle politiche sociali e pari opportunità, in particolar modo in un periodo di grande crisi economica e sociale.
Probabilmente il sacrificio di Massimo Barbadoro e di Grazia Morando è dovuto al mantenimento di un equilibrio di un Ente di persone “moderatamente” incompetenti che giocano con la testa dei propri elettori, come con le pedine del Monopoli.
Non vi è riconoscenza, nessuna fiaccolata per gli Assessori defenestrati. C’è solo il PD che appoggia un Presidente, ormai fuori dal controllo dei partiti. E a questi ci rivolgiamo: “Siete sicuri di volere ancora i suddetti personaggi come vostri rappresentanti?
Una Elettrice Del Partito Dei Comunisti Italiani
21 ottobre 2012