Egregio Direttore,

la nuova legge regionale di riordino del sistema degli enti locali rappresenta un passo molto importante per il Piemonte. Ai nostri Comuni abbiamo infatti consegnato, dopo un lungo confronto diretto con gli amministratori locali, con le organizzazioni sindacali e con le associazioni delle autonomie locali, un testo organico, che fissa regole certe ma che allo stesso tempo lascia ai Comuni libertà di azione.

Questo risultato è il frutto di un lungo e intenso lavoro di condivisione di un principio cardine, su cui la Regione Piemonte ha sempre insistito con fermezza: al centro del sistema ci sono i Comuni e gli amministratori locali, che meglio di chiunque altro conoscono caratteristiche ed esigenze dei propri territori e dei propri cittadini.

Il metodo scelto dalla Regione è sempre stato chiaro: no alle imposizioni dall’alto, no ai confini scelti a priori, senza tener conto della specificità, sì – invece – all’autonomia decisionale. Per questo motivo, ho ripetuto ai molti sindaci che ho incontrato sul territorio lo stesso “motto”: deve essere il Comune a dover decidere con chi gestire le sue funzioni e con quali strumenti.

Con la legge regionale 11/2012, l’obiettivo è stato senz’altro raggiunto: senza imporre scelte fatte a tavolino sulla testa dei nostri amministratori, la normativa dà agli enti locali, la possibilità di organizzare i servizi sulla base delle specifiche realtà territoriali e delle esigenze dei cittadini.

La stessa determinazione nel valorizzare le potenzialità dei nostri Comuni ha caratterizzato il percorso di superamento delle Comunità montane. La volontà di trasformarle in aggregazioni montane costituisce un percorso non certo semplice, ma doveroso. Non dimentichiamo che l’esperienza delle attuali Comunità montane è fallita, perché i loro confini erano stati decisi a tavolino da Torino, creando aggregazioni troppo ampie e disomogenee, con modalità di elezioni degli organi che non sempre hanno garantito la rappresentatività di tutti i territori. Ora si cambia.

L’impegno della Regione su questo fronte è sempre stato preciso: alle nuove aggregazioni saranno trasferite le funzioni e il personale, insieme alle risorse finanziarie per sostenerle, e saranno incentivati anche gli Enti locali che assumeranno il personale non legato a queste funzioni, con contributi economici, e provvedendo alla loro riqualificazione. La grande novità riguarda l’introduzione di un principio di federalismo fiscale. Il fondo regionale per la montagna sarà infatti alimentato dalle risorse prodotte sui territori, che resteranno per gran parte sui territori: una quota dell’Irap, una quota dei proventi del diritto di escavazione, dei canoni per l’utenza idrica e di quelli per l’imbottigliamento rimarranno nei comuni montani per finanziare lo sviluppo della montagna. Queste risorse andranno ai Comuni, che svolgeranno le funzioni in forma associata.

Proprio per essere vicina ai Comuni in questo percorso, la Regione ha istituito una vera e propria “task force” presso gli uffici regionali per offrire a tutti un supporto tecnico ed amministrativo.

Finora ho parlato di risultati, quelli contenuti negli articoli di legge. Tutto questo per me non costituisce certo un traguardo, ma un punto di partenza: sono certa che il sistema delle autonomie locali piemontesi avrà la maturità per rispondere con successo, e con il sostegno della Regione, a questa importante sfida.

Elena Maccanti – Assessore Regionale agli Enti Locali



 30 ottobre 2012