Il Terzo valico è la nuova ferrovia superveloce per il trasporto delle merci che dovrebbe collegare Genova a Tortona, eppure l’Osservatorio ambientale per discutere l’impatto sul territorio si è tenuto a Roma e a presiedere l’Osservatorio ambientale è stato chiamato un funzionario del Ministero proveniente da Napoli.

Questi i fatti nudi e crudi di una vicenda che lascia molto perplessi e che ha visto intervenire l’onorevole Mario Lovelli con un intervento pacato ed ufficiale e i Comitati NO Tav con un intervento ringhioso e pieno di rabbia perché per l’ennesima volta, da Roma non hanno ascoltato la popolazione del luogo.

 

L’INTERVENTO DI LOVELLI

“Perché la riunione è stata convocata a Roma, anziché sul territorio interessato dai lavori per la realizzazione del Terzo Valico dei Giovi? Inoltre, perché è stato individuato come presidente dell’Osservatorio un funzionario del Ministero proveniente da Napoli e non una persona di riferimento per il territorio basso-piemontese o che comunque ha maggiore facilità a recarsi settimanalmente nei cantieri e valutare l’evoluzione delle attività e le eventuali problematiche correlate? E’ quello che si è chiesto Mario Lovelli a seguito della riunione dell’Osservatorio Ambientale sul Terzo Valico dei Giovi che si è svolto nei giorni scorsi a Roma, al tavolo dell’organismo di supervisione, istituito con il compito di valutare gli impatti ambientali correlati alla realizzazione della linea ad Alta Velocità.

Lovelli ha chiesto all’Osservatorio di al più presto tutti gli interrogativi sull’eventuale presenza di amianto nelle rocce interessate dalle trivellazioni e sui rischi per le falde acquifere.

“Il Governo inoltre – ha concluso Lovelli – si deve convincere della necessità di affiancare all’attività dell’Osservatorio Ambientale, anche un Tavolo istituzionale interregionale ed un Osservatorio tecnico, in grado di garantire una presenza continua in loco e di trovare soluzioni adeguate ai vari problemi, non solo ambientali, che potrebbero emergere dalla costruzione e alla messa in esercizio del Terzo Valico”.

L’INTERVENTO DEI NO-TAV

Pesantissimo, invece l’intervento del No-Tav. “Nessuno a difesa delle popolazioni – recita una nota degli ambientalisti – l’osservatorio ambientale non si è tenuto proprio sul territorio ma a diverse centinaia di chilometri in quel di Roma, presso il Ministero dell’Ambiente. Ovviamente né i comitati (né le associazioni ambientaliste sono state invitate e neppure i Sindaci dei Comuni interessati al progetto del Terzo Valico. Intanto l’unico che continua a prendere seriamente il problema del Terzo Valico insieme ai comitati continua ad essere il Sindaco del Comune di Arquata che ha indirizzato una lunga missiva all’Osservatorio Ambientale da cui è escluso sollevando alcune grandi problematiche. La prima riguardante gli acquedotti di Arquata e Sottovalle a rischio distruzione e ricordando che il Cipe ha disposto che vengano svolti ulteriori approfondimenti proprio per evitare che il Comune di Arquata si trovi ad affrontare un’emergenza idrica (leggasi rifornirsi di acqua con le autobotti) per tre anni. La seconda riguarda il rischio amianto con riferimento ai sondaggi eseguiti per la realizzazione di pale eoliche sul monte Porale (la stessa zona di scavo del tunnel di valico) che diedero come risultato la presenza di amianto con valori fino a 200.000 mg/kg e sottolineando che fu la stessa Provincia di Alessandria con una delibera approvata nel 2005 a definire non sufficienti i sondaggi realizzati per appurare le presenza di rocce amiantifere.”

 25 ottobre 2012