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ALESSANDRIA: Nessun “picco” di tumori in provincia, la situazione rispecchia l’andamento regionale

Alessandro Levis Primario del reparto onco ematologico

Periodicamente escono voci incontrollate sui tumori in aumento o su alcune patologie che sarebbero state causate da possibili fenomeni di inquinamento ambientale.

E’ quello che hanno anche sostenuto (erroneamente) alcuni organi di informazione dopo la riunione pubblica sul Polo Chimico di Spinetta marengo che si è tenuta lunedì scorso, male interpretando i dati che era stato sciorinati dagli esperti dell’Asl che, in modo a dire il vero tutt’altro che chiaro, avevano escluso un aumento dei casi di tumori legati a possibile inquinamento ambientale causato appunto dal Polo Chimico.

Per il momento, la situazione “tumorale” in Alessandria e in provincia non risente di particolari “picchi” e rispetta l’andamento di quella a livello nazionale e soprattutto regionale.

Lo dice il dottor Alessandro Levis responsabile del Centro onco-ematologico dell’ospedale civile Sant’Antonio e Biagio, unico punto di riferimento per questo genere di tumori nelle province di Alessandria ed Asti, che fa il punto sulla situazione.

“Al momento – dice Levis – non c’è nessun aumento di tumori legati al territorio, o meglio c’è un lieve aumento di tumori, ma è generale e dovuto al fatto che è aumentata l’aspettativa di vita, inoltre adesso, rispetto a qualche tempo fa, alcune cure sono più efficaci, quindi aumenta il numero degli accesi al Day Hospital, proprio perché i malati effettuano più cicli di cure proprio perché i malati oggi vivono più a lungo.”

“In passato – aggiunge Levis – ci sono stati dei campanelli di allarme proprio riguardo alla presenza di un possibile aumento di tumori legati a fattori ambientali, ma studi approfonditi hanno dimostrato che non è così. D’altro canto, se si esclude il caso del mesiotelioma a Casale Monferrato, è sempre molto difficile correlare l’aumento di tumori con fattore ambientale. Ad Alessandria mi risulta che in termini numerici, siamo nella media regionale. Poi come detto, il numero dei tumori è destinato ad aumentare, ma perché aumenta l’età delle persone. In africa, dove l’aspettativa di vita è molto bassa, i casi di tumore sono nettamente inferiori ai paesi occidentali.”

 

UNO STUDIO SUI CASI DI TUMORE

Un aumento di tumori che secondo il recente dossier “I numeri di cancro in Italia” presentato al Ministero della salute dovrebbe attestarsi in circa 364 mila casi in più all’anno, cioè mille casi in più al giorno di tumore su tutto il territorio nazionale.

Lo studio, presentato in questi giorni a Roma è stato realizzato dall’Associazione Italiana di oncologia medica.

I tumori colpiscono di più le regioni settentrionali (+30% rispetto al sud) ma complessivamente migliorano le percentuali di guarigione: il 61% delle donne e il 52% degli uomini sono vivi a 5 anni dalla diagnosi.

Il tumore con la più alta percentuale di sopravvivenza è quello al seno (87%) e della prostata (88%). Ovviamente prima vengono diagnosticati più alta é la probabilità di un esito positivo.

Il tumore al colon retto è quello che registra i maggior numero di casi (oltre 50 mila casi all’anno), seguito da quello alla mammella (46 mila), polmone (38 mila ma solo un quarto fra le donne) e prostata (36 mila).

In generale il cancro rappresenta la seconda causa di morte (30% ) dopo le malattie cardiocircolatorie (38%).

Il ministero della salute stima che, in Italia, nel 2012 i tumori provocheranno 175 mila decessi, mille in meno dello scorso anno, per una media di 500 morti al giorno.

 7 ottobre 2012

 

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