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ALESSANDRIA: In 400 in piazza contro il dissesto. Attacchi al Governo e Rita Rossa. “Niente esuberi, vogliamo idee”


“La città non si arrende” questo lo striscione simbolo dello sciopero generale cittadino che i sindacati hanno indetto venerdì mattina. Non c’era tutta Alessandria, perché perdere anche 50 euro per uno sciopero in momenti di crisi come questo non è facile, ma una folta delegazione di tutte le categorie: dipendenti pubblici, privati, pensionati, casalinghe, giovani in cerca di lavoro, studenti e molti altri.

Circa 400 persone che si sono date appuntamento in piazzetta della lega per testimoniare che la città è viva e si oppone al dissesto.

Simbolici, oltre agli striscioni presenti, i palloncini neri, in segno di lutto per una città che sta morendo, dove sono bilico persino gli stipendi dei dipendenti pubblici.

Diversi i problemi sollevati dagli interventi dei sindacalisti che si sono succeduti sul palco: dall’inerzia del Governo, alla mancanza di liquidità per pagare gli stipendi da parte del Comune e delle aziende partecipate, alla preoccupazione del bilancio comunale che “taglierà” i servizi, fino agli attacchi, non certo teneri nei confronti del sindaco Rita Rossa che malgrado l’impegno profuso e lo “sbattimento” che ci sta mettendo il primo cittadino, non sembra ben vista dai sindacati. Quasi una dichiarazione di guerra, quella della Cgil, che rischia di rovinare i rapporti tra il Comune e le organizzazioni sindacali.

Ma andiamo con ordine.

 

ATTACCHI AL GOVERNO

Alessio Ferraris

Il comizio è stato aperto dal segretario provinciale della Cisl, Alessio Ferraris: “Oggi – ha detto il sindacalista – vogliamo lanciare due messaggi, al Governo innanzi tutto che deve smetterla di temporeggiare ma deve dare delle risposte alla città e al Comune che deve convocare al più presto un tavolo di concertazione. Abbiamo poco tempo perché entro il 30 novembre il Comune deve preparare un bilancio lacrime e sangue che peserà su tutta la città.”

I sindacati si sono chiaramente espressi contro la ventilata possibilità di esuberi all’interno elle società partecipate, ipotesi avanzata da Rita Rossa a margine della conferenza stampa di giovedì mattina, ma non ancora suffragata da dati certi.

Cgil, Cisl e Uil mettono le mani avanti: “noi non ci stiamo agli esuberi – ha aggiunto Alessio Ferraris – e vogliamo parlare col sindaco per conoscere la situazione occupazionale. Chiediamo rispetto per i lavoratori precari.

 

DIECIMILA DISOCCUPATI IN PROVINCIA

Maurizio Santele

Sul palco poi si sono succeduti altri interventi di rappresentanti sindacali.

“Questa situazione – ha aggiunto Maurizio Santele della Cgil – avrà un impatto devastante per la città e la manifestazione di oggi dà il senso della gravità. Abbiamo 10 mila disoccupati e 700 esodati.

Il decreto salva comuni non salva Alessandria, cittadini, imprese e lavoratori sono abbandonati, ma non possiamo arrenderci: il Governo deve dare una risposta ora, adesso e subito. Ne va del nostro futuro.”

 

 

ATTACCHI A RITA ROSSA

Pasquale Fata

Pesantissime le dichiarazioni di Pasquale Fata, sindacalista dell’Amiu, in rappresentanza degli oltre 230 lavoratori che questo mese non hanno ricevuto lo stipendio e sperano di prenderlo fra almeno 10 giorni.

“La città sta per morire – ha detto Fata – abbiamo bisogno di risposte certe, è ora di finirla con questo teatrino e dire che la colpa degli altri.

Il Comune deve darci delle risposte precise. C’è bisogno di idee e di progetti e vogliamo essere convocati dal Comune per poter dire la nostra.”

 

 

ANCHE SILVANA TIBERTI IMPLACABILE COL SINDACO

Silvana Tiberti

La manifestazione si è chiusa con l’intervento del segretario provinciale della Cgil, Silvana Tiberti che ha avuto parole tutt’altro che tenere contro il sindaco Maria Rita Rossa.

“Noi non ci fermiamo – ha detto Silvana Tiberti – e siamo qui in piazza per manifestare tutta la nostra rabbia contro il Governo che non ha risposto e proprio non ci stiamo a fare la fine della Grecia. Non è vero, come dice il Governo che siamo alla fine del tunnel: il dissesto di Alessandria è la spia di un’economia che sta andando a rotoli, altro che fine del tunnel. Siamo d’accordo con Rita Rossa sul fatto sullo slittamento dell’Imu ma non siamo d’accordo col sindaco, quando parla di esuberi. Mi chiedo se Rita Rossa dopo aver conquistato il primato di essere il primo sindaco che dichiara il dissesto in un comune capoluogo di provincia vuole conquistare anche quello della prima città che licenzia i dipendenti pubblici.”

Nel suo lungo intervento, il segretario provinciale della Cgil ha accusato Rita Rossa di essere inadempiente e non mantenere le promesse: “dov’è il calendario di incontri che il sindaco ci aveva proposto? Aveva promesso che dal 19 ottobre ci saremmo incontrati per discutere del Bilancio, ma è passata una settimana e non c’è stato ancora nessun confronto. Il sindaco dice di aspettare 24 ore su 24 la telefonata di Monti? Bene noi aspetteremo 24 ore su 24 davanti a palazzo Rossa la telefonata del sindaco.”

 

NO AGLI ESUBERI IN COMUNE E NELLE PARTECIPATE

Silvana Tiberti poi attacca ancor più durante Rita Rossa: “Sento parlare di esuberi – aggiunge il segretario della Cgil – ma per noi non ci sono esuberi né in Comune né alle Partecipate. Ci batteremo per difendere fino all’ultimo posto di lavoro. Qui si accusano lavoratori che hanno i contratti bloccati da 9 anni, che lavorano prendendo poco più di mille euro al mese mentre ci sono dirigenti che percepiscono 20 volte tanto.”

“Entro il 30 novembre – conclude Silvana Tiberti – il Comune dovrà approvare il Bilancio comunale riequilibrato. Sento parlare di tagli di servizi per 20 milioni di euro, ma se questo accadrà significa mettere in ginocchio le aziende partecipate, che saranno costretti a portare i libri in tribunale, per non parlare di tutti i lavoratori delle cooperative che perderanno il posto. Questo non va bene, noi vogliamo conoscere i conti prima, e Rita Rossa deve dirci quali sono le sue scelte e le priorità. E’ ora di smetterla di parlarsi sui giornali, noi vogliamo un confronto, vogliamo sapere come si esce da questo casìno. Abbiamo 30 giorni di tempo per non morire. Dobbiamo fare in fretta.”

 26 ottobre 2012

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