Gli stipendi dei dipendenti comunali e delle partecipate sono a rischio: neppure l’ennesimo viaggio a Roma effettuato dal sindaco di Alessandria Rita Rossa e dal direttore Antonello Zaccone, è servito.
I due infatti, hanno incontrato i dirigenti e funzionari della Direzione Finanza Locale del Ministero dell’Interno che seguiranno le procedure del dissesto della Città di Alessandria.
I tecnici ministeriali hanno ribadito di non poter risolvere i problemi di cassa a livello tecnico, in quanto attualmente la legge non consente atti straordinari: occorre pensare o ad un intervento normativo o attendere che gli aumenti di tasse e tariffe producano i loro effetti sugli equilibri.
“Nell’immediato non ci hanno fornito risposte concrete – ha dichiarato Rita Rossa al termine dell’incontro – né soluzioni ai nostri problemi. Abbiamo ribadito le nostre richieste, ma i percorsi che si profilano non ci permettono certamente di sperare in risultati favorevoli nei tempi strettissimi che abbiamo. Sono stati forniti esempi di altre realtà comunali, in cui le norme sono state interpretate con una flessibilità maggiore e non con la rigidità “sabauda” che ci viene attribuita.. Mi sembrano soluzioni inaccettabili per una città che sta cercando di farcela, combattendo anche una battaglia per la legalità e la trasparenza”.
Gli onorevoli Mario Lovelli e Franco Stradella porteranno due emendamenti (inserimento di Alessandria all’interno del decreto salva-enti, e ampliamento del fondo di anticipazione di cassa da parte della Tesoreria) alla commissione parlamentare congiunta Affari Costituzionali e Bilancio e Finanze.
Il secondo, in particolare chiede la modifica dell’art. 222 del Testo Unico, portando l’anticipo di cassa dai 3/12 a i 5/12 dell’importo degli ultimi due bilanci consolidati, solo per i comuni in dissesto ed in gravissima difficoltà finanziaria.
“Non si tratta – spiega Rita Rossa – di tornare a strane manovre di “finanza creativa”, ma di avere, in modo trasparente, accesso a un credito più ampio che ci permetta di prendere una boccata di ossigeno. Ancora una volta non chiediamo elemosine o regali, ma un po’ di tempo per far fronte alle nostre difficoltà. Avevo detto fin dall’inizio che il nostro più grande nemico era il tempo e i fatti ci hanno dato ragione”.
Intanto per la prima volta i dipendenti del Comune e delle aziende partecipate venerdì prossimo rischiano di vedere la busta paga vuota. Nelle casse comunali non ci sono soldi a sufficienza per garantire il pagamento degli stipendi. Si spera almeno in un acconto per “tamponare” la drammatica situazione.
19 ottobre 2012