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LETTERE IN REDAZIONE: Come si può sperare di vendere immobili a Tortona se il mercato è in calo del 13%? Dissesto vicino?

L’interno dell’ex mercato ortofrutticolo

La città di Tortona sta diventando uno zimbello e si sta “autocandidando” come seconda città della provincia ad essere commissariata? Il dubbio è più che lecito visto che continuiamo ad avere notizie di “messe in vendita” di immobili pubblici per “sanare il bilancio” in una situazione di crisi dove il settore edile soffre.

Ora dico, quando degli imprenditori sentono puzza di cadavere finanziario, le proprietà dello stesso sono praticamente “a prezzo stracciato” in quanto il potere contrattuale del venditore è tendente a ZERO.

Conoscendo lo spessore imprenditoriale degli operatori del settore immobiliare ed edilizio mi sembra alquanto sciocco pagare il bene di un ente in difficoltà al prezzo pieno, quando si sa che per uscire dalla melma deve assolutamente alienarlo. Ma queste sono elementari logiche di mercato dalle quali si evince che i numeri messi a bilancio sono tali solo ed esclusivamente per “fare quadrare i conti” . In realtà, come hanno già dimostrato i fatti, quasi tutte le aste intentate dal Comune sono andate deserte al primo tentativo, alcune anche al secondo, ed era prevedibile.

Forse il sindaco e Galuppo credono che a questo mondo ci sia ancora la “Fatina buona” o il “topolino dei denti” o, peggio ancora “Babbo Natale” ?

E’ logico supporre che possibili acquirenti, sapendo che il Comune ha l’acqua alla gola facciano di tutto per ribassare al massimo le aste, allo scopo di acquisire dei beni per un “tozzo di pane” e sostanzialmente non c’è niente di male perché ognuno fa il proprio mestiere.

L’imprenditore pensa al reddito e il Sindaco pensa alla cosa pubblica, ma qualcosa forse non torna, perché pensare alla cosa pubblica non è propriamente “SVENDERLA PER FARE CASSA”

In effetti qualche segnale di dissesto lo vediamo già, come per esempio i prezzi per le mense “DIVERSI” e il ritiro dei cani smarriti diventato “per appalto” oneroso.

Oppure le bollette pagate ai nomadi dalla Caritas, ma ………acqua e il resto dovuti alla “cosa pubblica”dove sono finiti?

A questo proposito perché non lanciare un’ iniziativa “popolare” ovvero:

“Qualunque Cittadino temporaneamente indigente, dovrebbe essere nelle condizioni di DOMICILIARE le proprie bollette/ utenze /affitti all’ Ente Comunale. Vista la storia pregressa, ci sarà la possibilità che provvederà la Caritas a pagare l’acqua, mentre e per le altre utenze, è probabile che il Comune se ne farà garante.”

Francamente elencare le brutture di questa compagine amministrativa “alla Brancaleone” sta diventando sempre più imbarazzante e sarebbe quasi come sparare sulla Croce Rossa.

In tutto questo marasma dovrebbe confortarci l’affermazione dell’assessore alle finanze Carlo Galuppo: “con l’Imu è tutto sotto controllo” ?

Mah… Sembrava tutto a posto anche quando c’era la Giunta precedente…..

Lettera firmata



 10 settembre 2012

 

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