“Dai documenti in nostro possesso emerge tutta la gravità dell’inquinamento del Polo Chimico di Spinetta Marengo. L’obiettivo principale adesso deve essere quello di monitorare costantemente la situazione per evitare lo sconfinamento delle sostanze inquinanti”.
Con queste parole l’assessore provinciale all’ambiente, Lino Rava, ha aperto il summit che si è svolto presso la sala consiliare della Provincia di Alessandria, lunedì mattina. Una riunione congiunta delle Commissioni ambiente del Comune e della provincia proprio per analizzare la situazione del Polo Chimico di Spinetta marengo e di verificare lo stato di eventuali lavori di bonifica al sito inquinato o interventi per circoscrivere l’inquinamento ambientale.
Il tutto anche alla luce dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) rilasciata nel 2010 per contenere le emissioni in atmosfera.
Dai documenti ufficiali risulta che sono ben 73 i camini del Polo chimico di Spinetta e ben 15.000 punti sensibili.
“Per quanto riguarda l’AIA – ha aggiunto Rava – è stato presentato uno studio sulle ricadute ambientali da parte del Polo Chimico, studio analizzato dai tecnici e sul quale abbiamo chiesto degli approfondimenti sui dati. Attualmente è in corso un’azione di monitoraggio da parte dell’Asl e dell’Arpa anche per completare questo studio.”
Stato attuale degli interventi – TERRENI
• E’ in funzione l’impianto di Soil Vapour Extraction nelle aree maggiormente contaminate da sostanze volatili.
• E’ terminato lo scavo e smaltimento del terreno in una zona di ridotte dimensioni contaminata da idrocarburi.
• E’ in corso di ultimazione il capping delle discariche C1 e C2.
In aggiunta agli interventi approvati dal Comune di Alessandria, la ditta sta procedendo alla sperimentazione di tecnologie innovative di bonifica per i terreni, in collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro, Dipartimento di Alessandria:
• Interventi di Phytoremediation, cioè estrazione dal terreno superficiale di alcuni metalli pesanti tramite l’utilizzo di particolari piante (in questo caso viene utilizzata una particolare varietà di felce per estrarre l’arsenico);
• Interventi di riduzione chimica mediante iniezioni di soluzione di ditionito di sodio per ridurre il cromo esavalente a cromo trivalente sia nel terreno superficiale che in quello profondo.
Stato attuale degli interventi – ACQUE SOTTERRANEE
Per contenere le acque contaminate all’interno del sito e bonificarle progressivamente è attiva dal 2007 sul sito una barriera idraulica. Modificata e implementata nel corso del tempo, la barriera adesso comprende un elevato numero di piezometri sia al confine che all’interno del sito industriale e permette di emungere e trattare circa 310 mc/ora, prelevati per la massima parte dalla falda superficiale, ed in misura minore dalla porzione superiore della falda profonda. E’ da rimarcare che la porzione inferiore della falda profonda è interessata da imponenti prelievi per il fabbisogno dell’attività industriale di Solvay (34 milioni mc/anno), che indubbiamente costituiscono un qualche presidio nei confronti della diffusione dell’inquinamento.
L’alterazione locale della falda (alto piezometrico), dovuta alle perdite della rete idrica della ditta, risulta attualmente ridotta a seguito degli interventi di manutenzione effettuati. Necessita peraltro di costante monitoraggio, in quanto potrebbe causare la diluizione della contaminazione presente nei terreni, fungendo da “motore” della diffusione verso l’esterno.
La qualità delle acque all’interno ed all’esterno del sito viene monitorata tramite campionamenti periodici. La rete di monitoraggio esterna, oltre ad alcuni piezometri superficiali e profondi realizzati da Solvay, comprende 23 piezometri eseguiti da AMAG su indicazione di Comune, ARPA e Provincia.
I parametri da ricercare, ed i piezometri da considerare, sono stabiliti in appositi piani di monitoraggio approvati dal Comune. Ad oggi, comprendendo anche le analisi per la caratterizzazione del sito, la ditta ha effettuato circa 2300 campionamenti ed analisi, sia da piezometri superficiali che profondi. L’Arpa ha effettuato circa 350 campionamenti ed analisi di controllo.
24 settembre 2012