Lo Stato privilegia il Meridione? Sembrerebbe proprio di sì, visto che ad Alessandria, per evitare il dissesto finanziario non sono stati fatti sconti, mentre per salvare la Sicilia sono stati stanziati 450 milioni di Euro, i provvedimenti per la Calabria sono in discussione come per i 3 comuni pugliesi sull’orlo del fallimento, per non parlare dei Comuni di Napoli e Roma dove stanno per essere approntati interventi straordinari.
E per Alessandria? Terza città del Piemonte e primo capoluogo di provincia ad andare dissesto? Niente. Almeno finora.
A far rilevare questa situazione è il sindaco Maria Rita Rossa. Sperequazione nei confronti delle città del nord a favore di quelle meridionali? Il sindaco non lo dice apertamente ma evidenzia i numerosi interventi straordinari del governo a favore degli enti sopra menzionati.
“Noi non chiediamo aiuti – dice Rita Rossa – ma proponiamo interventi per non vivere sempre in emergenza. E non li chiediamo per noi, ma per tutti quegli enti che sono in dissesto. Chiederemo al governo di varare dei piccoli correttivi perché questa nuova legge sul dissesto rischia di mettere in ginocchio chiunque. Sino a poco tempo fa quando un ente andava in dissesto lo stato accendeva un mutuo; adesso è diverso e la nuova legge rimane vaga sulla realtà che stiamo vivendo. Noi abbiamo fatto tutto quello che ci era stato chiesto: abbiamo dichiarato il dissesto, messo l’Imu al massimo, aumentato le tariffe, e siamo stati penalizzati anche dal mancato rispetto del Patto di stabilità, che ci è costato 11 milioni di euro di mancati trasferimenti. Cosa mettiamo in campo adesso, per evitare che una Comunità come Alessandria muoia?”
E’ quello che il sindaco di Alessandria Rita Rosa, e il capo di gabinetto del Comune Ezio Brusasco, chiederanno a Mario Monti, nell’incontro in programma venerdì mattina a Roma con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri Antonio Catricalà.
LE TRE RICHIESTE PER SALVARE ALESSANDRIA
Rita Rossa, però, come detto, non intende chiedere aiuti straordinari: “la Comunità non può essere lasciata sola – aggiunge il sindaco di Alessandria – e non mi riferisco soltanto ad Alessandria, infatti le nostre richieste non riguardano solo il nostro Comune ma tutti gli enti che potrebbero andare in dissesto. Chiediamo che per tutti quegli enti che come Alessandria che hanno attivato ogni misura prevista dalla normativa vengano attuate piccole norme che ci consentano di non vivere sempre in emergenza ma di risalire la china. Chiediamo solo di poter utilizzare i nostri soldi.”
Tre le proposte che saranno avanzate da Rita Rossa alla presidenza del consiglio dei ministri:
che vengano corrisposti al Comune i crediti dovuti dallo Stato non ancora riscossi (5 milioni di euro) e che sia possibile utilizzare questi soldi anche per altri capitoli di spesa; accelerazione nelle procedure di versamento dell’addizionale irpef (stimato in 10 milioni 400 mila euro di cui 6 ancora da riscuotere) dovuto al Comune in modo che possa arrivare prima della fine dell’anno invece che nel mese di marzo come avviene di solito in modo da poter utilizzare queste somme per il risanamento delle società partecipate e versamento totale dell’IMU al Comune.
“Non chiediamo provvedimenti ad hoc come avviene per altri enti – ha ribadito Rita Rossa ma se l’IMU fosse lasciata tutta al Comune sarebbe una soluzione ottimale che ci consentirebbe di farcela da soli. Sono proposte che non chiedono allo Stato nulla di aggiuntivo ma di utilizzare risorse che sono in nostro possesso, risorse che ci consentirebbero di uscire dalla crisi. E se non ci vogliono lasciare tutta l’IMU che almeno invertano le percentuali e che vada al Comune il 60% e allo Stato il 40% e non com’è adesso che ci spetta solo la parte minoritaria.”
20 settembre 2012