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ALESSANDRIA: Un libro narra la storia di Spinetta Marengo


“Spinetta 40 anni dopo” è il titolo del saggio curato da Guido Ratti, predisposto dagli Amici della Biblioteca della Fraschetta.

Hanno contribuito a formare le 168 pagine i testi di: Giampiero Armano, Alberto Ballerino, Claudio Bocca, Angelo Caravaggi, Giovanni Corvetto, Giuliano Guazzetti, Carlo Lombardi, Gian Luigi Prati, Paolo Scacheri, Gianncarlo Subbrero, sulle testimonianze dirette di: Felice Borgoglio, Marco Caramagna, Beppe Carniglia, Pier Angelo Taverna. Le fotografie sono dell’Associazione Fotografica Alessandrina, di: Alberto Ardito, Maurizio Pagella, Antonio Peraldo, Carlo Poggio, Riccardo Raffo e Guido Ratti.

 

Spinetta potrebbe essere un comune a se? La risposta sarebbe affermativa qualora la domanda si basasse sull’entità dei residenti, del resto quanti comuni lungo la Penisola hanno una quantità minore di abitanti rispetto al nostro sobborgo? Sono tanti!

Ma per quest’angolo di città l’aspetto cambia. Spinetta è parte di Alessandria a partire dalle analogie fisiche, gli eventi storici, sono strettamente legati al capoluogo, così come le tradizioni lo sono, da sempre, molto vicine.

Staccare questa città da Alessandria è un affronto alle potenzialità di tutto il complesso dell’agglomerato urbano principale.

Il territorio, al di là del fiume Bormida, è un’importantissima risorsa economica per il secondo centro del Piemonte, una risorsa agricola, supportata da una serie di complessi industriali considerevole.

È sufficiente pensare alla Borsalino, trasferita lontano dal centro per la possibilità di aver maggior spazio per assecondare gli eventuali, magari necessari, ampliamenti. E così lo è stato per la Guala, tanto per citare le maggiori … tante altre azienda hanno varcato il corso d’acqua per gli stessi motivi. Così è stato anche per il settore terziario, prende sviluppo su questo territorio proprio per essere vicino alle imprese a cui fornisce o dovrà fornire servizi.

Il settore terziario è anche turismo. E, con il turismo, Marengo è al centro, con la villa Napoleonica voluta dal Dottor Delavo, quale primo contenitore storico dedicato al Generale Boanaparte in Europa, corredata dal giugno del 2008 dalla piramide, pensata dall’imperatore stesso fin dal lontano 1805.

Il coordinatore, Guido Ratti, dopo un attento lavoro di ricerca, ha impostato i contenuti su importanti considerazioni, ha meticolosamente raccolto scritti pubblicati da vari autorevoli autori, puntualmente aggiornati, corredati da suggestive immagini dislocate, non a caso, nel preciso contesto dei vari argomenti in esame.

È un documento completo, quale conferma delle testimonianze del passato per costruire, nel suo preciso contesto, il futuro.

Franco Montaldo



 8 agosto 2012

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