La vicenda della aziende Lazzaro di Castelnuovo Scrivia è stata lo spunto per dare vita ad una manifestazione di protesta indetta da Cgil, Cisl e Uil che si è svolta venerdì mattina in piazza Libertà, alla quale hanno partecipato circa 300 persone, un quarto dei quali nordafricani e gli altri rappresentanti sindacali ed italiani.
Tutti insieme a difesa dei marocchini licenziati dalle aziende Lazzaro, ma anche per sottolineare la grave situazione in cui si trovano molti braccianti agricoli sfruttati, sottopagati e forse anche ridotti in schiavitù.
Un cordone di polizia ha impedito che i manifestanti entrassero a palazzo Ghilini sede della Prefettura, ma la manifestazione, anche a prima vista non sembrava, si è sempre mantenuta nei limiti della legalità.
Certo qualche problema al traffico, anche perché i braccianti rimasti senza lavoro erano inviperiti e gridavano a gran voce ogni tipo di slogan: i più gettonati “giustizia” e “lavoro per tutti”.
Di certo gli agenti di polizia e i carabinieri, rispetto ad altre analoghe manifestazioni organizzate sempre dai sindacati per tutelare i posti di lavoro dei dipendenti delle Aziende partecipate alessandrine, ad esempio, sono stati più impegnati perché alcuni nordafricani sembravano più esagitati degli italiani, ma alla fine, dopo aver raggiungo al sede della Confederazione Agricoltore che dista circa 200 mentre, il corteo si è sciolto senza alcun problema.
La manifestazione è stata allestita dalle organizzazioni sindacali per porre l’accento sulla grave situazione che si verifica nel settore agricolo dove la vicenda delle aziende Lazzaro sarebbe solo la punta di un iceberg.
Naturalmente le aziende agricole non sono tutte così, ma é evidente che, soprattutto in aziende medio – piccole dove i controlli non sono minuziosi, il rischio di uno sfruttamento della manodopera è sicuramente molto più elevato che altrove.
3 agosto 2012