Cosa vogliono i tortonesi? Vogliono una città più viva, soprattutto la domenica, con negozi aperti e un motivo per ritornare a frequentare il Centro Storico. Lo hanno detto nel questionario predisposto dal Comune in occasione dei “Processi Partecipati” ma lo dicono anche, da molto tempo, al bar e soprattutto dal barbiere.
Se le donne parlano a ruota libera dalla parrucchiera, infatti, gli uomini non sono da meno, quando vanno dal barbiere.
Uno dei più frequentati, diventato nel tempo, una vera e propria istituzione, è quello di Fiore, in via Emilia, simpatico e conosciuto barbiere in attività a Tortona da molti anni. Il suo salone è diventato un vero e proprio punto di riferimento, dove la gente che arriva a tagliare i capelli, alla fine è soltanto una parte delle numerose persone che quotidianamente si ritrovano da Fiore anche solo per parlare, scambiare quattro chiacchiere con colui (Fiore) che pur non essendo nato in città, può essere considerato un vero e proprio Tortonese Doc, visto il suo attaccamento a questa città.
Centinaia di Tortonesi che parlano di tutto, di sport, di donne, ma – da non crederci – anche e soprattutto di Tortona, della vita cittadina. E Fiore ascolta, raccoglie le idee della gente e alla fine ce le dice.
Fiore, al secolo Fioravante Bottone. Sempre in gran forma. Da quanti anni svolgi questa attività?
Sono cinquant’anni! Quarantaquattro sempre qui, in questi muri di Via Emilia. Si cominciava a lavorare da giovani ai miei tempi!
Chissà quanta gente hai conosciuto in questi anni.
Eh sì, vieni a contatto con tante persone, l’operaio e il giudice, l’artigiano, il medico e il primario di ospedale. Si diventa amici, si crea un rapporto di fiducia, Ci si racconta, ci si parla. Con i clienti c’è un dialogo sempre aperto.
Roberto, tuo figlio, sta facendo i capelli ad una famiglia che viene dal Nord Europa. Fiore International Barber Shop?
Sì, è un cliente nostro che vive in Scandinavia, e quando viene a Tortona si fa tagliare i capelli da noi. Per questo ti dico che la gente è affezionata, c’è un bel rapporto con i clienti.
Anche in tempi di crisi? Il lavoro non ne risente?
La crisi pesa, ma ne risentiamo poco. I clienti fissi sono rimasti e il lavoro non è diminuito particolarmente: quando devi risparmiare ti privi della maglia costosa, non del taglio di capelli che costa 10 euro.
Cosa racconta la gente quando è qui nel tuo salone?
L’argomento principale è quasi sempre la nostra Tortona. Via Emilia è una finestra sulla città. I Tortonesi vogliono bene alla loro cittadina. Vederla così, spegnersi un po’ alla volta, trovare tutto snaturato, perso, trasformato, mette pensieri diversi. A volte di rabbia, a volte di malumore, malinconia. E voglia di riprendere per mano questa città e riportarla all’altezza della sua tradizione.
Tortona ha grandi ricchezze nel suo territorio. Tradizioni importanti. La gente cosa ne pensa?
La bellezza dei Colli Tortonesi noi la conosciamo bene. Ci sono agriturismi, ci sono attività. Manca la promozione del territorio, quello che si fa non rende giustizia alle potenzialità che ci sono qui. Un altro esempio, la popolarità di Fausto Coppi, e il museo dei Campionissimi che è stato fatto a Novi Ligure. Una occasione persa anche lì.
Insomma la gente vorrebbe un territorio maggiormente valorizzato per le proprie ricchezze, piuttosto che stravolgimenti. Questo era emerso anche nei questionari distribuiti dal Comune, che però non sono stati ascoltati.
Io conosco il Sindaco solo di vista. Non esprimo opinioni su chi non conosco a fondo. Però dico una cosa: se uno ha una idea, e chiede il parere anche di un altro, e di un altro ancora, per come realizzarla, alla fine se si tiene conto dei suggerimenti, il risultato è migliore. Si vedono cose che da solo non vedevi.
Cosa vorrebbero i tortonesi?
Basterebbero piccole cose, e si rimette in moto tutto. La gente la domenica mattina cosa fa? Esce e va in un centro commerciale. O al mercato di Casteggio, che c’è la domenica.
Per fare un giro con la famiglia, per godersi una passeggiata. A Tortona abbiamo un’area vastissima sotto il percorso dei portici che si può usare anche quando c’è brutto tempo. In tutte le stagioni si potrebbero fare bancarelle ma non solo come Cantarà e Catanai, o quelle di Santa Croce che oramai sono totalmente snaturate. Bancarelle di un vero e proprio mercato anche la domenica mattina. Gli assaggi del territorio come c’era alla Fiera delle attività economiche una volta.
Ci sono piazzette lungo Via Emilia, ci sono gruppi musicali di giovani: fateli esibire, la gente si muove, va a sentirli, se i negozi fossero aperti qualcosa si vende. L’aperitivo lo si beve mentre stai in giro. Così si aiutano anche i commercianti, se si fa una manifestazione stabile la domenica mattina. Ci si abitua di nuovo a vivere la città e non solo i centri commerciali. In inverno la passeggiata con le caldarroste sotto i portici. Basta veramente poco, le cose semplici di una volta per dare ancora vita e sapore a vivere Tortona, a riscoprirla o a conoscerla, ma soprattutto a volerle bene. Per chi ci abita e per chi viene da fuori. Perchè se diventa un’abitudine, poi la gente anche da fuori ci ritorna la domenica successiva.
Annamaria Agosti
8 luglio 2012