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TORTONA-CASALE MONFERRATO-ACQUI TERME: C'é una soluzione della Camera per salvare i Tribunali delle tre città

La notizia arriva direttamente da Roma. A portala è il presidente dell’Ordine degli avvocati di Tortona, Enrico Zani, che insieme al sindaco Massimo Berutti ha incontrato, lunedì 23 luglio, l’onorevole Enrico Costa, membro della II Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, colui, cioè, che dovrà relazionare al Ministro le possibili variazioni sulla legge che sopprime tutti i tribunali italiani che non sono capoluogo di provincia.

Il Tribunale di Acqui

L’idea é quella di trasformarli in sedi distaccate del Tribunale di Alessandria. E’ stato lo stesso Costa ad illustrare ai due tortonesi l’ipotesi che verrà sottoposta al Ministro, dopo che Zani e Berutti gli hanno consegnato le mille firme raccolte nell’arco di due settimane a Tortona a difesa del Tribunale e un documento in cui vengono illustrate le osservazioni e le ragioni dell’antieconomicità e dell’inefficacia della soppressione del Tribunale, della Procura della Repubblica e dell’Ufficio del Giudice di Pace di Tortona.

Berutti e Zani allora hanno evidenziato le enormi difficoltà che comporterebbe accorpare ad Alessandria i tribunali di Tortona, Acqui Terme e Casale Monferrato, la mancanza di spazio nel Tribunale di Alessandria e l’impossibilità di quel Comune, a reperire fondi per realizzare una nuova sede giudiziaria.

Com’è noto, infatti, il Comune di Alessandria è in stato di dissesto finanziario per i prossimi cinque anni e non può reperire i fondi per realizzare un nuovo Palazzo di Giustizia, visto che questa incombenza tocca ai Comuni.

Enrico Zani

“L’onorevole Costa – ha detto Enrico Zani – ci ha illustrato la proposta che consentirebbe di salvare i piccoli Tribunali come quelli di Tortona, Acqui Terme e Casale Monferrato e che con ogni probabilità verrà portata al vaglio del ministro con buone possibilità di essere accolta. L’idea consiste nell’avvallare la soppressione delle attuali sedi distaccate come quella di Novi Ligure e la trasformazione (per ora “provvisoria”) degli attuali tribunali periferici in sezioni distaccate del Tribunale di Alessandria. Certo si perderà la Procura della Repubblica, che avrà un ‘unica sede a livello provinciale e sarà appunto ad Alessandria, ma i processi continueranno ad essere celebrati in loco e i tre bTribunali, di fatto, continueranno a funzionare.”

Secondo Costa le probabilità che questa proposta ottenga il consenso del ministro sono molto alte. L’obiettivo del Governo, infatti, è soprattutto il risparmio nella gestione e razionalizzazione del personale, cosa che potrebbe ugualmente essere garantita con questa soluzione.

La proposta, almeno per quanto riguarda la provincia di Alessandria, risolverebbe la maggior parte dei problemi.

Per quanto riguarda Tortona sarebbe anche meglio perché l’ultimo piano del palazzo di Giustizia (quello attualmente ospitato dalla Procura della Repubblica) un volta libero, potrebbe essere la sede del Giudice di Pace, attualmente dislocato in corso della Repubblica.

Trasferirlo in piazza delle erbe consentirebbe evidenti ed ulteriori risparmi

 

IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMNENTO CONSEGNATO AD ENRICO COSTA

Il tribunale di Casale Monferrato

“Il Ministero della Giustizia, dopo aver affidato ad una commissione ministeriale ad hoc costituita il compito di individuare i criteri guida per l’attuazione della delega nel segno della miglior efficienza dei Tribunali, consistenti in sostanza nella presenza di una popolazione residente nel circondario non inferiore alle 300.000 unità e di un numero di magistrati non inferiore a 28 (tale di fatto da consentire la salvezza dei soli Tribunali provinciali), ha impresso una brusca accelerata nel piano di attuazione della delega, nonostante le motivate critiche mosse dall’Avvocatura e dall’Associazione dei Comuni Italiani, oltre che dai singoli Enti locali, supportati da delibere quale quella assunta dal Comune di Tortona. Tale brusca accelerata ha portato alla stesura dal parte del Ministro il testo del decreto di attuazione della legge delega, che contiene la decisione di chiusura, previo parere non vincolante della Commissione giustizia parlamentare, di almeno 37 Tribunali (con annesse Procure ed Ufficio di Giudice di Pace) sub provinciali, fra i quali compare anche il Tribunale di Tortona.

Le critiche cui accennavamo – si badi – sono state avanzate non già sulla scorta di mere “battaglie campanilistiche”, ma sulla base di dati certi faticosamente raccolti a livello nazionale, e tali da dimostrare non solo (come già da tempo evidenziato) l’insussistenza di un miglioramento nell’efficienza degli Uffici Giudiziari e nella risposta alle esigenze di giustizia, ma anche la mancanza di quel risparmio di spesa tanto decantato dal Ministero.

Partiamo dall’efficienza in senso lato, in cui il “caso Tortona” può ben essere citato quale modello esemplificativo: il cittadino o comunque l’utente del sistema giudiziario ha ad oggi la possibilità (o forse dovremmo dire la fortuna) di poter accedere ad un Ufficio Giudiziario insediato nel territorio e, nel contempo, di vedere risolte in tempi rapidi le proprie aspettative di giustizia.

Il Tribunale di Tortona

La presenza del Tribunale (e della Procura) nella città di Tortona, oltre a rappresentare un indubbio valore per il prestigio e l’economia della città stessa, rappresenta infatti un elemento fondamentale per gli abitanti del tortonese e del circondario del Tribunale, da Caldirola a Garbagna a Cassano Spinola a Castelnuovo Scrivia, che hanno la possibilità di accedere ad un Ufficio Giudiziario facilmente raggiungibile onde veder tutelati i propri diritti in sede giudiziaria.

A ciò si aggiunga l’indubbia rilevanza che la presenza del Tribunale riveste per le attività imprenditoriali, anche di minima dimensione, della zona, in considerazione dell’indotto determinato dalla presenza di un Tribunale.

Per non parlare poi di quell’attività di controllo del territorio che solo una Procura della Repubblica insediata può efficacemente esercitare, tanto più a contrasto di quelle forme di criminalità organizzata che stanno tentando di penetrare nel nostro territorio, anche alla luce della natura strategica della collocazione della città di Tortona (come noto a confine con le regioni Lombardia, Emilia Romagna e Liguria).

Quanto poi al fattore “tempo”, i dati statistici hanno evidenziato l’assoluta eccellenza del Tribunale di Tortona nei tempi di smaltimento delle cause, specialmente di natura civile, quale primo Tribunale del Piemonte, osservandosi come anche in campo penale i tempi di decisione siano complessivamente contenuti, ravvisandosi solo sporadicamente casi di sentenze di estinzione del procedimento per intervenuta prescrizione.

Il fatto che una causa civile davanti al Tribunale di Tortona abbia una durata media inferiore ai due anni (e spesso anche inferiore all’anno) rappresenta un caso difficilmente riscontrabile in realtà giudiziarie anche solo di media dimensione, ove i tempi di conclusione del giudizio, dall’inizio della causa alla pronunzia della sentenza di primo grado, si aggirano intorno ai quattro – cinque anni.

Il Tribunale di Alessandria, al quale verrebbero accorpati il Tribunale di Tortona e gli altri Tribunali della Provincia (Casale e Acqui Terme, nonché la Sezione Distaccata di Novi Ligure), è in una situazione di cronica difficoltà di smaltimento del contenzioso, tanto da rappresentare – è triste dirlo – un esempio di “giustizia lenta” e dunque insoddisfacente, con tempi di conclusione del giudizio superiori di almeno quattro volte rispetto ai tempi del nostro Tribunale.

E’ facile immaginare la situazione di paralisi, e quindi di “mancata giustizia”, che si verificherebbe ove il Tribunale di Alessandria ricevesse il contenzioso – numericamente considerevole – degli altri tre Tribunali della Provincia, per di più in mancanza di adeguate strutture, considerato che la sede attuale del Tribunale di Alessandria non sarebbe in condizione di ospitare i fascicoli ed i magistrati provenienti dalle sedi di Tortona, Casale Monferrato ed Acqui Terme (oltre che dalla sezione distaccata di Novi Ligure).

A ciò aggiungasi che, a seguito della dichiarazione di dissesto dell’amministrazione alessandrina, si profila un totale blocco di spesa e di investimenti per l’amministrazione medesima che non potrebbe dar corso, neppure nel termine ampio concesso dal progetto, all’edificazione/ristrutturazione di locali idonei nel capoluogo di provincia, con la conseguenza che vi sarebbe la permanenza degli attuali costi l’aumento dei tempi di giurisdizione, se non il suo totale blocco.

Per quanto concerne in particolare la provincia di Alessandria, occorre infatti rammentare al Ministero che venerdì 13 luglio 2012 il consiglio comunale della Città di Alessandria ha dichiarato ufficialmente lo stato di dissesto e che la legge ( precisamente il testo unico per gli enti locali, sezione ordinamento finanziario e contabile per gli enti locali deficitari o dissestati) stabilisce che la delibera non sia revocabile ed abbia efficacia per 5 anni , che decorrono da quello dell’ipotesi di bilancio riequilibrato. Il che significa che il Comune di Alessandria per molti anni potrà soltanto elevare le aliquote delle imposte e delle tasse locali, tagliando molti servizi, senza investire neanche un centesimo nell’edilizia giudiziaria. Non vi è dubbio che anche in altri casi, se non nella maggioranza, gli accorpamenti esporranno le amministrazioni a spese impreviste e/o non affrontabili e comunque superiori alle precedenti.

E veniamo al secondo aspetto, relativo all’antieconomicità della riforma così come ipotizzata. L’Avvocatura e l’A.N.C.I. hanno evidenziato al Ministero, dati alla mano, come non sia stato preso minimamente in considerazione l’aspetto relativo ai costi necessari (ed al piano di ammortamento degli stessi) onde adibire gli edifici del demanio a sede dei nuovi Palazzi di Giustizia: basti pensare al fatto che la citata commissione ministeriale aveva sul punto liquidato sbrigativamente la questione, negando l’esistenza di alcuna problematica ed affermando che gli edifici del demanio (senza badare alle condizioni in cui si trovano) sarebbero stati agevolmente messi a disposizione del Ministero della Giustizia per ospitare il nuovo, più grande Tribunale provinciale.

E’ chiaro invece che, in mancanza di un piano strutturale che valuti attentamente i tempi di ammortamento dei costi che si andrebbero sicuramente a sostenere in misura non indifferente, ogni taglio “orizzontale” dei tribunali come prospettato dal Ministero rischierebbe di rivelarsi assolutamente pregiudizievole, non solo in termini di eliminazione di un servizio, ma anche di minor efficienza e maggiori costi (che naturalmente andrebbero a gravare sui cittadini).

Del resto, secondo gli studi elaborati dall’A.N.C.I. e dall’Avvocatura, la chiusura dei 37 Tribunali comporterebbe per l’Erario un risparmio pari a circa 40/45 milioni di euro: per contro, i costi che la Pubblica Amministrazione dovrebbe sostenere per le nuove strutture e per l’adeguamento delle stesse sarebbero non inferiori a 120 milioni di euro !

Per di più i Tribunali provinciali in predicato di soppressione hanno negli anni precedenti ricevuto rilevanti investimenti per l’adeguamento dei locali, costi che risulterebbero “sprecati” in nome di un ipotetico e non dimostrato risparmio.

Come è possibile allora accettare che venga sottratto alla città di Tortona, mettendola letteralmente in ginocchio, un fondamentale servizio rappresentato dal nostro Tribunale e dai nostri Uffici Giudiziari, già con la consapevolezza del fatto che tale soppressione determinerà ben maggiori costi per lo Stato e comporterà per gli utenti gravi ed ulteriori sacrifici in termini economici e di efficienza nella risposta alla richiesta di giustizia?

Il Comune di Tortona, unitamente agli altri Comuni ricompresi nel circondario del Tribunale, ha proceduto alla raccolta di firme tra la popolazione da cui è emersa la volontà comune di scongiurare la chiusura degli Uffici Giudiziari di Tortona nel nome di quella vicinanza al cittadino che solo la giustizia di prossimità sa efficacemente garantire anche in termini di rapida risposta alle esigenze di tutela dei diritti.

In termini propositivi, proprio al fine di alleviare il già rilevante carico sopportato dal Tribunale di Alessandria, il Comune di Tortona e l’Ordine degli Avvocati sono favorevoli, nel rispetto dei principi di razionalizzazione, di efficienza e di risparmio di spesa, ad un ampliamento del circondario del Tribunale cittadino, tale da comprendere anche i comuni attualmente facenti parte del circondario della Sezione Distaccata di Novi Ligure.

Ci auguriamo vivamente che a livello parlamentare, anche grazie ad iniziative analoghe a quella adottata dal Comune di Tortona, vengano poste in essere tutte le iniziative necessarie ad evitare l’approvazione e l’entrata in vigore del decreto nel testo così come prospettato, essendo invece necessaria una puntuale valutazione delle singole realtà territoriali”.

  24 luglio 2012 

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