L’accelerazione dell’iter burocratico per l’inizio lavori del Terzo Valico a cui abbiamo assistito in queste ultime settimane ha già portato a galla alcuni problemi, per i quali auspichiamo che tutte le istituzioni esercitino il proprio ruolo, ad esempio tramite lo strumento del “comitato di pilotaggio”.
Primo, quello più di attualità, il pagamento dei terreni espropriati a prezzi inferiori al 10% del valore di mercato, cosa che fa sembrare questo un “esproprio proletario” più che un “esproprio urgente” come scritto nelle lettere inviate ai proprietari.
Secondo, la necessità di una corretta valutazione dell’impatto sulle risorse, soprattutto quelle idriche. La questione delle sorgenti di Borlasca posta dal comune di Arquata Scrivia, ad esempio, non può essere risolta con un semplice “scaviamo, e poi vedremo”, senza uno studio preventivo della profondità e del movimento della falda acquifera che alimenta tali sorgenti, per trovare le soluzioni tecniche adeguate ad evitare di disperdere qualcosa come 574000 metri cubi all’anno (valore medio sugli anni 2008 – 2011).
Terzo, qualora già non fosse previsto, il coinvolgimento diretto e continuo dei funzionari dell’ARPA nel “comitato di pilotaggio” non solo per questioni di monitoraggio ambientale ma anche per quanto attiene le condizioni di lavoro degli operai delle ditte appaltatrici dell’opera.
Quarto, la presenza nell’area interessata da lavori e cantieri di opere architettoniche e zone archeologiche (sia quelle già scavate che quelle ancora da scoprire) testimonianza importante del nostro passato, che giustifica il coinvolgimento diretto e continuo dei funzionari delle Soprintendenze competenti nel “comitato di pilotaggio” per poter ridurre al minimo possibile l’impatto del Terzo Valico.
Quattro punti specifici, per i quali i cittadini si aspettano risposte concrete.
Andrea Scotto – Coordinatore cittadino Pdl Novi Ligure