Per cercare di risolvere la questione, sabato mattina, i rappresentanti di Confederazione italiana Agricolotri (Cia) e la Cgil si sono incontrati per discutere della vicenda che sta coinvolgendo da un mese le Aziende Agricole Lazzaro, confrontandosi sull’accordo sindacale sottoscritto lo scorso 5 luglio.
“Purtroppo – dicono alla Cia – esistono interpretazioni differenti sulle parti sostanziali dell’accordo, evidenziamo come le problematiche economiche e organizzative delle Aziende Lazzaro hanno obbligato i titolari a fare delle scelte per la raccolta dei pomodori, avvalendosi della Work Service, cooperativa di servizio della provincia di Brescia che utilziza person ale di nazionalità indiana.”
Questa scelta, secondo l’azienda, trova il suo principale fondamento nella possibilità di posticipare di novanta giorni i pagamenti alla cooperativa, fatto che permetterà alla Lazzaro, per quella data, di ricevere i saldi delle fattura degli acquirenti, e quindi pagare la cooperativa e i lavoratori stagionali marocchini.
“I titolari delle aziende – continua la Cia – evidenziano che la qualità e la produttività del lavoro da parte del gruppo di lavoratori marocchini nella raccolta del pomodoro non è stata rispettata. Tenendo presente che nel settore orticolo i margini economici sono decisamente ristretti, questi possono essere sopperiti soltanto con la produttività e qualità del lavoro di raccolta. Quale esempio possono valere alcuni dati riscontrati: nella giornata del 18 luglio, la squadra dei lavoratori marocchini in sei ore di lavoro ha raccolto 27 quintali di prodotto anche non maturo e non adatto alla lavorazione; il giorno successivo la squadra di lavoratori fornita dalla cooperativa nello stesso orario ha raccolto 42 quintali di prodotto adatto alla lavorazione.”
Comunque, nonostante questa situazione, la Cia conferma che da parte dei titolari vi è l’intenzione di mantenere gli impegni lavorativi stabiliti nell’accordo relativamente ai ventisette operai marocchini.
“Auspichiamo che vengano rispettate le scelte imprenditoriali – conclude la Cia – le leggi, il diritto di proprietà e con ciò il diritto dell’azienda a vivere, mantenere i propri impegni e il proprio lavoro.”
21 luglio 2012