L’ultima riunione della conferenza dei Servizi della Provincia di Pavia convocata per dare il via libera alla costruzione della Centrale a Biomasse di Casei Gerola, non è stata felice: praticamente la Provincia di Pavia ha comunicato che il nodo costituito da un terreno da utilizzare e non risultante di proprietà della ditta era stato risolto. Il verbale di chiusura della Conferenza è stato approvato e firmato da tutti ad eccezione del Comune di Castelnuovo e della Provincia di Alessandria. Il Comitato “Per un futuro sostenibile” e gli altri comuni alessandrini se ne erano andati in precedenza non avendo diritto di voto.

Di seguito pubblichiamo le quattro considerazioni finali di Antonello Brunetti uno degli ambientalisti che da sempre si sono opposti senza successo alla costruzione di questa maxi centrale da 50 megawatt che rischia di peggiorare notevolmente l’ambiente della bassa valle Scrivia e di tutto il Tortonese.

 

IL DOCUMENTO DEGLI AMBIENTALISTI

Quattro considerazioni finali.

– La relazione redatta dalla Coldiretti Piemonte in cui si sostiene che una centrale a sorgo è un salto nel buio ed è destinata a dover sostituire il materiale da bruciare non è stata neppure presa in considerazione.

– È facile intuire, in queste giornate di caldo afoso, quanto peggiorerà la nostra condizione di vita con l’inserimento costante per 365 giorni all’anno di 52 tonnellate giornaliere di vapori emessi a 80 gradi. Buffo questo modo di combattere l’effetto serra, soprattutto in una delle due zone mondiali (pianura padana e costa cinese) più afflitte da afa e smog.

– Occorre essere informati sul momento della delibera ufficiale, perché da quella data scatteranno i 60 giorni per un eventuale ricorso al TAR (ovviamente, come al solito, in piena estate).

– Nessuno venga a raccontarci stupidamente che “intanto se avevano deciso di farla non c’era nulla da fare”. In quante situazioni sono state bloccate opere devastanti e inutili, si pensi ad esempio al ponte sullo stretto o alla Val di Susa!

Ma occorre la presa di coscienza e l’impegno della gente a difendere il proprio territorio e la propria salute. Questo ora non è avvenuto: alle tre assemblee indette castelnovesi e casellesi erano assenti. Colpa di chi ha coordinato la protesta? Colpa dei Comuni? Direi proprio di no e le Amministrazioni comunali, di solito piuttosto defilate, si sono mosse bene e hanno utilizzato tutti gli argomenti a loro disposizione contro una normativa lombarda che li escludeva. E allora?

Direi in generale che è venuto meno il senso civile e la coesione di una comunità e delle sue associazioni produttive e di volontariato unite nel tutelare i propri componenti. Castelnuovo in un recente passato ha conosciuto momenti migliori e ho la netta impressione che la sua struttura civile e il senso della comunità siano fortemente in crisi.

E quindi, mi si perdoni la banalità un po’ retorica, è anche giusto che i barbari, ossia gli speculatori, le sanguisughe dei contributi statali, i tecnici schierati dalla parte di chi li paga ci spazzino via.