Le aziende agricole Lazzaro, oggetto della protesta di 40 immigrati marocchini che per due settimane hanno incrociato le braccia e dato vita ad un presidio col supporto di sindacati ed esponenti politici, rischiano di pagare molto caro il modo con cui, secondo l’accusa, facevano lavorare i nordafricani.
I Carabinieri Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro della Direzione Territoriale del Lavoro di Alessandria infatti hanno accertato violazioni amministrative pari ad 80.000 mila euro e contributi omessi pari a € 100.000 mila euro.
Gli importi sono stati diramati nella giornata di martedì, al termine delle operazioni di accertamento, dalle quali secondo i Carabinieri, è emerso un quadro piuttosto desolante circa le condizioni di lavoro e i rapporti contrattuali tra le parti.
La sanzione, come risulta da un comunicato ufficiale diramato dall’Ispettorato del lavoro è stata accertata nei confronti delle aziende agricole gestite da Bruno Lazzaro e Mauro Lazzaro site entrambe in Castelnuovo Scrivia, Strada per Tortona 16.
Secondo i carabinieri sono state riscontrate altresì violazioni di carattere penale a carico di entrambi i datori di lavoro riferiti alla competente Autorità Giudiziaria.
In un dettagliato verbale i carabinieri dell’Ispettorato del lavoro coordinato dal Luogotenente Domenico Cortellino hanno accertato che i lavoratori protestavano in forma pacifica per la mancata corresponsione della retribuzione e per le pessime condizioni di lavoro cui venivano sottoposti da parte dei titolari delle aziende agricole.
L’operazione ha permesso di far emergere 22 lavoratori “in nero” di cui 10 sprovvisti di regolare permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Infatti, a quanto risulta soltanto 18 erano in regola.
La locale Direzione Territoriale del Lavoro, diretta da Paola Caporali, al fine di evitare il proliferarsi di analoghe situazioni, in collaborazione con l’Arma Territoriale dei Carabinieri, ha intrapreso su tutto il territorio alessandrino un capillare controllo dell’attività lavorativa in agricoltura.
Nella giornata di lunedì intanto 26 dei 40 lavoratori marocchini sono stati regolarizzati dall’imprenditore agricolo ed hanno ripreso il lavoro, ma stavolta con turni meno massacranti: 13 ore al giorno sì, ma il giorno successivo a riposo e con la paga prevista dalle norme. I sindacati hanno smontato il presidio, ma intensificheranno i controlli affinché situazioni come questa non abbiamo più a verificarsi.
10 luglio 2012