E’ finita bene, quindi, la vicenda che da due settimane esatte “tiene banco” per le condizioni in cui lavoravano i braccianti: 15 ore al giorno sotto il sole cocente per una paga di un euro all’ora.
Ad illustrare l’accordo raggiunto è Sabatino Saggese, responsabile tortonese della Cgil, che da 15 giorni segue da vicino tutta la vicenda
“L’accordo – dice Saggese – prevede la corresponsione, da parte del datore di lavoro, di 500 euro di arretrati a tutti e 40 i lavoratori: 250 euro verranno versati entro lunedì a gli altri 250 a fine mese. Poi verrà analizzata la singola posizione di ognuno dei braccianti, alcuni dei quali, ci risulta devono ancora percepire diverse migliaia di euro: se l’imprenditore non paga daremo corso a vertenze di lavoro nei suoi confronti.”
L’accordo prevede altresì che i 26 marocchini che verranno assunti lavoreranno in due squadre da 13 persone, un giorno per ogni squadra, quindi tre giorni lavorativi alla settimana di 13 ore l’uno.
I marocchini, oltre alle 500 euro riceveranno un acconto di 20 euro al giorno in attesa e il resto verrà corrisposto a fine mese o in attesa della definizione contrattuale.
I 26 braccianti assunti sono quelli in regola con il permesso di soggiorno. Altri due sono stati assunti presso altre aziende agricole mentre per i 12 senza permesso di soggiorno, la Cgil si sta adoperando affinché anche a queste persone venga rilasciato un permesso per poter lavorare.
“Il presidio comunque – aggiunge Sabatino Saggese – rimarrà in funzione almeno fino a lunedì perché vogliamo essere certi che i soldi vengano versati ai lavoratori. Non appena questi saranno pagati smonteremo tutto e la situazione potrà ritornare alla normalità.”
La Cgil però intende continuare la battaglia su altri tavoli: “Come sindacato – conclude Saggese – abbiamo intenzione di avviare controlli per verificare se questo sia un caso isolato o se esistano altre situazioni analoghe. Abbiamo sentore che potrebbero essercene e non poche Nei prossimi mesi programmeremo interventi in merito presso le aziende agricole della provincia con lo scopo di far emergere situazioni irregolari, anche se le voci che girano sono che molti imprenditori stanno cacciando tutti i lavoratori privi del permesso di soggiorno.”
L’impressione che si ricava dalle parole di Saggese è che veramente la situazione di Castelnuovo Scrivia sia stata solo la punta di un iceberg.
6 luglio 2012