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ALESSANDRIA-TORTONA-NOVI LIGURE: Tutti scarcerati dai giudici i 7 accusati di appartenere alla n’drangheta


La notizia è di quelle destinate a fare scalpore: le 7 persone attestate ad Alessandria, Novi e Tortona il 21 giugno 2011 con l’accusa di far parte di una cellula della n’drangheta calabrese sono state tutte scarcerate dal Gip del Tribunale tre mesi prima che la sentenza venga pronunciata.

Il momento dell’arresto nella caserma di Alessandria

Si tratta di Bruno Pronestì, di 63 anni e Francesco Guerrisi di 36 entrambi residenti a Boscomarengo, Sergio Romeo 48 anni residente a Pozzolo Formigaro, Romeo Rea, 50 anni residente a Tortona, Domenico Persico di 63 anni ed Antonio Maiolo di 72 entrambi residenti a Sale, nonché Giuseppe Caridi, 55 anni residente ad Alessandria dove a suo tempo rivestiva il ruolo di consigliere comunale.

La scarcerazione è avvenuta lunedì mattina. A dare la notizia l’avvocato Sara Bressan di Voghera che difende Persico: “Il giudice per le indagini preliminari- dice il legale – deve aver ritenuto “che non sussistono più le esigenze di cautela” a carico degli imputati cioè il rischio di fuga, di inquinamento delle prove o di reiterazione del reato. A dire il vero avevamo chiesto l’assoluzione per il reato di Associazione a delinquere di stampo mafioso perché secondo noi non esistevano i presupposti in quanTo non sono stati rilevati metodi mafiosi.”

Il processo a carico degli imputati era in corso di svolgimento a Torino con rito abbreviato. Venerdì si sono concluse le arringhe ed era già stata fissata l’udienza finale.

“Per essere sinceri – conclude l’avvocato vogherese – la scarcerazione ci ha un po’ sorpreso perché ce l’aspettavamo per il 5 ottobre, data dell’ultima udienza, invece è avvenuta adesso, con tre mesi di anticipo e questo non può che farci piacere.”

L’arresto di questa presunta cellula della n’drangheta nel basso Piemonte a suo tempo fece molto scalpore soprattutto per la presenza di un consigliere comunale di Alessandria.

 

PER L’ACCUSA SONO ESPONENTI DELLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA

La maxi operazione dei Carabinieri era scattata nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo: erano stati eseguiti arresti su ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal G.I.P. del Tribunale di Torino, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti degli indagati per associazione di tipo mafioso, ritenuti gli esponenti di vertice di proiezioni delle cosche della n’drangheta in Piemonte.

Secondo l’accusa formulata a suo tempo le indagini dei Carabinieri hanno consentito di documentare le dinamiche associative di alcune cosche della n’drangheta che operavano a Novi Ligure che, riproducendo il modello organizzativo dell’area calabrese di origine, si collocavano con base nel “basso Piemonte” il cui esponente di vertice, sempre secondo l’accusa, è stato individuato in Bruno Francesco Pronestì che con il ruolo di “capo società”

GLI ULTIMI SVILUPPI

In attesa di conoscere la sentenza, l’improvvisa scarcerazione apre forti interrogativi tra la gente.

Ma sono innocenti o colpevoli? Possibile che i carabinieri abbiano preso un abbaglio di così vaste dimensioni? Possibile che le indagini portate avanti con tutti i mezzi tradizionali e tecnologici abbia indotto il Gip a firmare arresti di custodia cautelare nei confronti di cittadini innocenti o presunti tali?

Naturalmente quella che verrà emessa ad ottobre sarà una sentenza di primo grado di giudizio, quindi relativa, ma la notizia della scarcerazione, visto il clamore che per mesi ha destato la vicenda non può passare inosservata.

30 luglio 2012

 

 

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