A cosa serve realizzare cinque incontri pubblici, distribuendo questionari ai tortonesi per chiedere cosa pensano e come vorrebbero la loro città se poi si decide di fare tutto il contrario rispetto ai risultati ottenuti?

E’ la considerazione che viene spontanea leggendo le dichiarazioni del sindaco di Tortona, Massimo Berutti, che annuncia l’avvio della nuova variante al Piano Regolatore che verrà portata in discussione giovedì, alle 15, nella riunione della Commissione urbanistica.

“Tortona – dichiara Berutti – era una città con grandi insediamenti industriali e li abbiamo persi. Oggi dobbiamo recuperare. La logistica e il polo scientifico – tecnologico sono due elementi cardine per il nostro territorio che possono solo evolversi.”

Dichiarazioni chiare quelle del primo cittadino, che, però non tengono minimamente conto del parere che i tortonesi hanno espresso nei questionari distribuiti dallo stesso Comune durante gli incontri per discutere il futuro della città.

Incontri legati proprio alla predisposizione di questa variante.

Incontri nei quali – sulla carta – avrebbero dovuto essere i cittadini a dettarne le linee guida.

E i cittadini lo hanno pure fatto ed hanno preso anche sul serio la cosa e si sono espressi chiaramente a favore di altri settori e non di quello logistico.

Lo hanno detto per ben due volte rispondendo ai questionari.

Nel primo, distribuito il 12 dicembre 2011 alla domanda su come i tortonesi vorrebbero fosse delineata la città del futuro, il 37% ha risposto la città della cultura, delle tradizioni e del turismo, il 28% la città della sostenibilità ambientale e della qualità della vita, il 18% la città della Logistica e il 17% la città del commercio e dell’artigianato.

La stessa domanda è stata riproposta nel questionario distribuito il 19 aprile 2012, confermando le stesse percentuali: la maggioranza dei tortonesi (35%) vuole uno sviluppo legato alle tradizioni e al turismo; il 28% all’ambiente e al verde, il 20% alla logistica e il 17% al commercio e all’ artigianato.

Ebbene, malgrado questi risultati, cosa fa il Comune? Prepara una variante al Piano Regolatore, destinata ad incidere per i prossimi decenni, basata sul settore logistico, ignorando le indicazioni provenienti dai questionari.

Non entriamo nel merito della scelta: una Giunta Comunale è libera di prendere le proprie decisioni, ma perché realizzare incontri e questionari?

Non sarebbe stato più corretto dire ai tortonesi che le strategie erano già state decise a tavolino ed evitare domande su come vorrebbero la città del futuro? D’altro canto, a cosa è serve rispondere ai questionari se i risultati non vengono presi in considerazione?

E gli incontri pubblici? A cosa sono serviti?

Perché prendere per i fondelli i tortonesi illudendoli che il loro parere possa contare qualcosa se, a quanto pare, era già stato tutto deciso?

Angelo Bottiroli



 26 giugno 2012