Il 73% del personale in servizio presso una struttura alberghiera della zona di Novi Ligure non era in regola e lavorava “in nero”. La vicenda è stata scoperta dai militari della Guardia di Finanza di Novi Ligure, al termine di accurati controlli sul territorio nei confronti di alberghi e ristoranti della zona.

Nel corso di un controllo, ad un albergo-ristorante, i finanzieri hanno trovato all’interno dei locali della struttura ricettiva 11 lavoratori intenti a svolgere diverse mansioni (chef, cuochi, camerieri, maître, addetti alle pulizie) in occasione di un ricevimento organizzato dall’azienda. Nella circostanza quasi tutti i lavoratori asserivano di essere stati assunti con contratti del tipo “a chiamata”.

I successivi accertamenti facevano però emergere come solo alcuni di questi lavoratori erano effettivamente in regola. Ben 8 di loro, infatti, lavoravano senza contratto. Gli altri risultavano invece dipendenti di altre imprese, come poi accertato attraverso una serie di riscontri effettuati presso aziende terze individuate. Una lavoratrice di queste, peraltro, di nazionalità straniera, non era in regola con il permesso di soggiorno.

Per gli 8 lavoratori in “nero” è stato appurato che presso il Centro per l’impiego competente per territorio non era stata presentata, prima dell’inizio del rapporto di lavoro, la prevista comunicazione di assunzione, così come impone la normativa di settore. Al predetto Centro, infatti, le comunicazioni di inizio attività lavorativa di otto lavoratori sono giunte solo successivamente all’intervento delle Fiamme Gialle, con un ritardo di almeno quattro giorni rispetto al previsto.

Il datore di lavoro rischia sanzioni fino a quasi 100 mila euro. Infatti, per ogni lavoratore non regolarmente assunto la legge prevede una sanzione amministrativa da 1.500 a 12.000 euro, alla quale si sommano 150 euro per ogni giornata lavorativa prestata “in nero” e siccome le giornate, a quanto pare, erano diverse, il conto è presto fatto.