L’assessore regionale alla Sanità, Paolo Monferino ha illustrato in commissione come intenda lavorare all’obiettivo di un risparmio in sanità pari a 390 milioni di euro nel triennio 2012-2015.

In particolare, questi 390 milioni di euro si otterrebbero con un risparmio di: 140 milioni euro dagli acquisti, 80 dai farmaci ospedalieri, 40 dai magazzini e logistica, 90 dalla riconversione della rete ospedaliera, in particolare delle 12 strutture individuate nel piano sanitario, e 20 dal personale.

Si tratta di un programma ambizioso, che possiamo condividere nel momento in cui si provi a razionalizzare la spesa farmaceutica e la logistica.

Siamo invece particolarmente allarmati dal fatto che non si prenda come parametro anche la qualità del servizio, nel momento in cui si dichiara un risparmio di 90 milioni di euro sulla rete ospedaliera e di 20 del personale, che sarebbe determinato dal naturale turn-over del personale non più sostituito.

Non sono stati forniti ulteriori dettagli, così come sul fronte del sistema informativo sanitario.

Su questo ambito, in realtà si è detto che non si procede ad un risparmio, ma anzi si stanzierà un investimento almeno pari alla spesa complessiva adesso impegnata per l’informatica sanitaria, in modo da procedere finalmente ad una omogeneizzazione.

Infatti se ora la Regione spende direttamente tra i 15 e i 20 milioni di euro con il Csi-Piemonte, le ASL stanziano autonomamente almeno un altro centinaio di milioni l’anno. L’assessore su domanda esplicita non ha chiarito se questo progetto sarà realizzato dal CSI-Piemonte. E anzi ha espresso un dubbio, considerando che il CSI-Piemonte ha contribuito a costruire il sistema attuale che non funziona.

Troviamo molto gravi queste affermazioni, che sembrerebbero volte solo a giustificare l’intervento salvifico di qualche privato. Non si capirebbe altrimenti la necessità di trasformare il CSI-Piemonte in SpA. Se il problema contingente del consorzio è di risorse, questo progetto di omogeneizzazione del sistema informativo sanitario potrebbe portare quell’ossigeno necessario a ridargli stabilità economica.

Rinunciare a priori a questa soluzione significa rinunciare, magari nell’interesse di qualche soggetto privato, a sviluppare le potenzialità del CSI-Piemonte come protagonista dell’informatizzazione della pubblica amministrazione, obiettivo per cui è nato.

Monica Cerutti – Sinistra Ecologia Libertà 


17 giugno 2012