Gentile Direttore,
la vicenda dei quaranta lavoratori sfruttati nell’azienda agricola mi ha molto impressionato per una serie di ragioni. La prima perchè avvenuta sul nostro territorio. Quando si ascoltano notizie simili al TG sembra sempre una realtà lontana, remota rispetto alla nostra tranquilla vita di provincia. Invece eccola qui, a pochi chilometri da Tortona.
La seconda è una riflessione: perchè queste persone non hanno avuto una reazione di protesta, prima? Perchè la ribellione è venuta “solo” per non essere stati pagati?
Se le condizioni erano quelle, perchè non rivolgersi prima alle forze dell’ordine o all’ispettorato del lavoro?
Perchè? La prima deduzione, dal momento che non credo siano stati costretti con armi o con catene, potrebbe essere che a loro stava bene prendere un euro l’ora. Come sta bene prendere tre euro l’ora al muratore straniero, basta lavorare.
Ma cosa ne è del mercato del lavoro? Cosa ne sarebbe se tutti si rifiutassero di accettare lavori malamente retribuiti?
Finchè ci sarà una colf disposta a lavorare per due euro l’ora, un muratore disposto a spaccarsi la schiena per tre euro l’ora, o qualcuno a raccogliere pomodori per quindici ore sotto il sole a un euro l’ora, nessuno, ma davvero nessuno, di nessuna nazionalità, potrà cambiare le cose.
Allora, invece di “accontentarsi” di un euro l’ora, denunciate quegli sfruttatori che poi alla fine nemmeno vi pagherebbero. Tirate fuori il vostro orgoglio, di qualsiasi nazionalità voi siate. Siete in questo paese per vostra scelta, se lo sentite vostro al punto di affrontare viaggi e distacchi, fate la vostra parte per renderlo un posto migliore, più vivibile per voi stessi e per i vostri figli.
Con 15 euro al giorno non potete provvedere nemmeno per voi stessi. Questo lo si sa da subito, allora, perchè accettare? Reagite, ribellatevi, ma subito. Non solo quando non vi pagano. Perchè se ve ne andate rifiutando semplicemente il lavoro, ci sarà un altro, più disperato di voi, che lo accetterà e sarà sfruttato.
Agli sfruttatori ci pensa la giustizia, quando vengono scoperti. Aiutate invece altre persone come voi, a non essere prigioniere di queste situazioni. Dite NO e fate la vostra parte, denunciandoli
E qui un appello alle associazioni di volontariato che dispensano solidarietà. Giusto, giustissimo, aiutare a trovare un lavoro, una casa. A fornire un primo aiuto. Ma insieme a questo, aiutate chi arriva in Italia con la speranza di una realtà migliore, ad essere consapevole che non è svendendo la propria opera e la propria persona, che le cose andranno bene.
Questo, è il vero bisogno primario, da supportare negli immigrati, che troppo spesso si adattano a situazioni limite, dove gli sfruttatori (che esistono dovunque) sguazzano.
Esistono mediatori culturali, mi rivolgo anche a loro. Per voi è più facile parlare con i vostri connazionali, non solo per una questione di lingua, ma per una agevolata comunicazione culturale. Fate informazione, create consapevolezza. La situazione che si è creata occorre venga scardinata attraverso la cooperazione. Attivatevi, anche creando una associazione di ascolto e mutuo soccorso, dove si possa segnalare, anche in maniera anonima, una anomalia. Cooperate con le forze dell’ordine in tal senso, per attivare delle verifiche preventive. Appoggiatevi anche ad una istituzione sindacale per queste segnalazioni, ma fate qualcosa.
Per uno che è stato scoperto, ne esisteranno altri ancora da far emergere. Dobbiamo cooperare tutti insieme, per creare una realtà migliore, dove vivere insieme. Se il futuro è nell’integrazione, aiutateci ad aiutarvi. Il solo indignarsi non cambia le cose, per nessuno.
Lettera firmata
24 giugno 2012