Il Coordinamento dei Comitati Pendolari piemontesi è fortemente critico e, soprattutto, estremamente preoccupato per le pesanti variazioni (tagli, anche detti “rimodulazioni”) che riguardano il trasporto regionale su ferrovia a partire dal 17 giugno.

Sia per ilmetodo attraverso cui si è giunti a questi drastici tagli/”rimodulazioni” (senza consultare, anzi neanche considerare i diretti interessati: gli Enti Locali e gli Utenti e i Pendolari in particolare) sia per gli obiettivi che si prefigge la Regione, ufficialmente per razionalizzare il servizio (ma con un’azione assoLutamente contraria ad ogni logica) in realtà con lo scopo unico ed obbligato di dichiarare la morte del TPL (Trasporto Pubblico Locale)!

E’ infatti ovvio che se si riduce ulteriormente il servizio e se ne abbassa (se ancora possibile…) la già pessima qualità – in nome proprio dello scarso utilizzo – l’utilizzo stesso non può che diminuire ulteriormente!

Sicchè alla scadenza dei sei mesi “sperimentali” i tagli/”rimodulazioni” non potranno che diventare definitivi. Inoltre, è evidente che chiudere le tratte ferroviarie abbandonando le strutture a sé stesse, ne rende pressochè impossibile il loro eventuale ripristino: anche solo dopo 2/3 anni riattivare una tratta ferroviaria comporta dei costi ingenti, a volte quasi pari ad una nuova costruzione, per cui – date le scarse risorse economiche disponibili – ciò significa l’impossibilità anche futura di un ritorno alle ferrovie “secondarie” al contrario di quanto avviene in tutta Europa, dove vengono valorizzate, generando ritorni economici e lo sviluppo dei rispettivi bacini, ma anche in Italia con gli esempi positivi della Merano/Malles in Alto Adige e la Foggia/Lucera in Puglia.

Da sempre i vari Comitati Pendolari nei rispettivi momenti d’incontro, sia a livello locale/provinciale e sia a livello regionale, hanno sostenuto due punti fondamentali:

1) l’eliminazione dei “doppioni” bus/treno e, anzi, l’integrazione tra questi servizi;

2) organizzare gli orari e la composizione dei convogli in base alle reali necessità dell’utenza: la struttura (cadenza/frequenza) attuale degli orari è quella di 50 anni fa (un’era geologica…).

Così come, da sempre, i Comitati hanno sottolineato l’inutilità delle varie statistiche e verifiche sull’utilizzo dei treni e sui “costi” del servizio. Se il servizio è di difficile fruibilità (regalare un’ora o più al giorno per il viaggio con il mezzo pubblico è piuttosto pesante per chi utilizzerebbe quotidianamente il treno o il bus) è ovvio che si privilegi la macchina; quindi la valutazione realmente utile sarebbe quella sulla percentuale (molto, molto bassa) di effettivi fruitori/pendolari rispetto ai potenziali fruitori. E capire perchè si utilizza in prevalenza il mezzoprivato, nonostante il non indifferente divario di costi.

Un discorso a parte merita quello delle corrispondenze (le vecchie coincidenze) che secondo noi sono la linfa vitale di queste linee che devono essere di supporto a quelle principali che portano ai capoluoghi.

Se da Acqui Terme non ho una reale garanzia di proseguimento su Torino da Asti (ma lo stesso vale ad Alessandria per altre direttrici) ecco che l’utente raggiunge le città di interscambio in auto, con maggiori rischi personali, inquinamento e congestione della destinazione raggiunta con il mezzo privato.

Inoltre vi sono situazioni a dir poco paradossali, che dimostrano l’assoluta incongruità con la quale si programma e si gestisce il TPL. Alcuni esempi: sulla linea  Casale-Vercelli – di cui anche i muri sanno il reale motivo del loro “salvataggio” – verranno eliminate lecorse-doppioni dei bus, cioè quello che chiediamo da anni (ma, allora, non si poteva fare anche sullealtre linee?); la Alessandria-Ovada e la Tortona-Novi Ligure vengono tenute attive, ma solo per il traffico merci (e perché non far transitare i treni viaggiatori?);

Credere che questo non indifferente sperpero di risorse sia per razionalizzare i costi risulta un po’ difficile da comprendere… riesce più agevole classificare ciò come scellerata improvvisazione!

Infine, un accenno ai politici (di tutte le parti):in questi ultimi giorni siamo inondati da loro comunicazioni e prese di posizione in merito, ma dov’erano, tutti quanti, fino ad un mese fa? In altre parole: a questo punto quel che che ci serve non sono semplici, seppur condivisibili, dichiarazioni d’intenti (peraltro a tempo scaduto) ma fatti MOLTO concreti e immediati. Almeno, visto che per i taglio ormai è tardi, per salvare il futuro più o meno immediato del Trasporto Pubblico Locale, cercando di riportarlo a livelli europei anzichè precipitarlo sempre più a livello di TerzoMondo.

 Coordinamento Pendolari Piemontesi



 17 giugno 2012