Un’operazione chiamata in codice “Black Hole” (il buco nero) che è stata illustrata durante una conferenza stampa che si è svolta nella tarda mattinata di giovedì presso la Questura di Alessandria, aperta dal Questore Filippo Dispenza e proseguita con le relazioni dei due capi delle squadre mobili che si sono “incrociate” quando l’attività investigati di quella alessandrina, effettuata nel Basso Piemonte, ha portato ad incrociare malviventi genovesi.
GLI ARRESTATI
Dieci complessivamente le persone arrestate dalle due Questure :
Gaetano Bevacqua Caracciolo di 64 anni, Adamo Grasso di 29 anni e Salvatore Raso di 31 tutti residenti in provincia di Genova. Inoltre, per detenzione e porto di armi clandestine con relativo munizionamento, illegalmente detenute, sono stati arrestati il sessantasettenne italiano, Raimondo Fieschi di 67 anni residente a Villalvernia, originario di Crotone, e l’albanese Flori Goma di 31 anni residente a Novi Ligure.
Le posizioni più rilevanti, però, sempre secondo l’accusa, sono state oggetto dell’emissione dei provvedimenti di custodia cautelare in carcere, eseguiti a nei confronti di:
1. Alfio Pennisi, 43enne originario della provincia di Catania, ma residente a Tortona in via Lorenzo Perosi,
2. Florian Zeqiri, 42enne albanese, residente a Rapallo;
3. Patrizio Stuppia, 53enne originario di Ferrara, residente a Genova;
4. Cristiano Rapallini, 32enne novese, residente a Casasco.
ECCO COSA FACEVANO I MALVIVENTI
Le indagini Polizia, hanno portato gli inquirenti a definire, sempre secondo l’accusa, i vari ruoli che avevano le varie persone arrestate.
Tutto nasce da due sequestri di hashish effettuati dalla Polizia di Genova nel capoluogo ligure: uno di 15 Kg pagato 60 mila euro e uno di 10 Kg di valore inferiore. Nel primo caso è stato arrestato Gaetano Caracciolo che era insieme a Stuppia il quale, però era riuscito a scappare evitando l’arresto; nel secondo caso invece a finire in manette sono stati arrestati Grassi e Raso.
Le indagini dei poliziotti hanno portato a ritenere che questi ingenti quantitativi di hashish che con ogni probabilità avrebbero dovuto essere ceduti a figure di basso calibro in quantitativi inferiori al Kg.. che a loro volta li avrebbero dati ai Pusher, provenivano dalla Spagna, da uno o più importatori che si cercherà di individuare grazie all’Interpol.
A fungere da primi intermediari tra i 4 genovesi e gli importatori spagnoli sarebbero stati, secondo l’accusa il tortonese Alfio Pennisi e l’albanese Florian Zeqiri. Al loro volta questi ultimi due sarebbero stati messi in contatto con il fornitore grazie all’intervento di Cristiano Rapallini che, sempre secondo l’accusa, è stato il primo anello della lunga catena che ha messo in collegamento la Spagna con la Liguria.
Flori Goma, invece è quello che fungeva un po’ da capo, da figura carismatica: secondo gli inquirenti, a lui i malviventi si rivolgevano per qualsiasi cosa, armi, appoggio logistico, aiuti in termini di materiale ma anche in fatto di appoggio morale: sarebbe stato Goma a rassicurare Stuppia dopo l’arresto di Caracciolo all’inizio dell’indagine.
Altra figura di spicco è Arben Tena, un vero e proprio boss che secondo l’accusa stava per entrare in grande stile nel sodalizio ma è stato individuato ed arrestato.
IL MATERIALE SEQUESTRATO
L’Autorità Giudiziaria procedente, unitamente all’esecuzione delle ordinanze, ha disposto, inoltre, l’esecuzione di numerose perquisizioni personali e locali, nei confronti di tutti gli indagati e dei siti rientranti nella loro disponibilità, finalizzate al rinvenimento di sostanze stupefacenti, nonché di banconote false e di strumenti utilizzati in tali illecite attività.
Al momento i cui scriviamo sono stati sequestrati 15 Kg di hashish, 3 pistole, 150 cartucce, un’auto e uno scooter, ma l’indagine non è ancora conclusa, quindi potrebbero esserci ulteriori ed inaspettati sviluppi.
7 giugno 2012