Emanuele Locci

Emanuele Locci, il più votato del Pdl rischia di essere un desaparecidos dentro il partito. Lui stesso dice di essere stato vittima di un inciucio tra l’ex capogruppo del PDL Fabrizio Priano e i “senatori” del PD. Poteva fare il Capogruppo ma la carica è andata all’ex sindaco Piercarlo Fabbio; poteva fare il vice presidente del Consiglio comunale ma come lui stesso afferma “vittima di un inciucio tra il collega Priano ed i “senatori” del centrosinistra, d’accordo a non sostenere alcuna altra indicazione di minoranza se non quella del vecchio amico di tante (finte) battaglie consiliari, sicuramente più affidabile per il centrosinistra al potere rispetto ad un giovane consigliere come me, libero da condizionamenti. Il risultato è stato uno squallido teatrino in Consiglio Comunale il cui copione era stato già scritto prima di iniziare la seduta, come ho avuto modo di ascoltare con le mie orecchie.”

E’ arrabbiato Emanuele Locci, ma non vuole (per ora) lasciare il Pdl, ma cerca di combattere da dentro quelle che lui ritiene delle vere e proprie ingiustizie, degli accordi che penalizzano i giovani che si affacciano al mondo della politica.

“Voglio portare avanti la mia battaglia all’interno del partito – dice – voglio che le mie idee vengano riconosciute, ma soprattutto vorrei una politica più chiara e più pulita e mi batterò perché credo nel ricambio generazionale.”

 

IL CASO LOCCI GIA’ DI DOMINIO PUBBLICO A RADIO RADICALE E DAVANTI AL SEGRETARIO ALFANO

Il caso del consigliere comunale del Pdl di Alessandria è già salito agli onori della cronaca nazionale a Radio radicale in una trasmissione in cui era presente lo stesso Locci e dove l’ex ministro Giorgia Meloni.

E’ accaduto durante il convegno Muovititalia, organizzato a Chianciano Terme lo scorso weekend. Durante i lavori, seguiti in diretta da Radio Radicale ed a cui ha partecipato tra gli altri anche il Segretario del PdL il segretario nazionale del partito Angelino Alfano, l’ex ministro Giorgia Meloni è intervenuta a sostegno di una riforma della Legge elettorale per il Parlamento che preveda l’espressione del voto di preferenza e non l’istituzione dei collegi uninominali. Durante il suo intervento la Meloni ha avvalorato la sua tesi portando l’esempio di Alessandria.

<<Emanuele Locci è un ragazzo di Alessandria che fa politica da tanti anni – spiega l’ex Ministro della Gioventù – ma ha sempre avuto qualche problema con i dirigenti del partito sul suo territorio. In un sistema coi collegi se venisse candidato verrebbe candidato nell’ultimo collegio utile possibile. Emanuele Locci alle elezioni amministrative di Alessandria è arrivato primo. Poi non gli hanno fatto fare il Capogruppo, non gli hanno fatto fare il Vicepresidente del Consiglio, non gli hanno fatto fare niente perché gli incarichi non li decideva lui. Ma quando hanno deciso gli italiani hanno premiato Emanuele Locci. Sai perché? Perché Emanuele Locci lì è il più bravo, è il più capace, è il più preparato, è il più presente, è il più onesto.>>

Durante i lavori è intervenuto lo stesso Emanuele Locci in qualità di Presidente Regionale della Giovane Italia in Piemonte, chiedendo che il PdL non candidi più coloro che sono stati condannati dalla Giustizia e chiedendo che i suoi rappresentanti smettano di lavorare per compiacere i banchieri ed i poteri forti ma tornino a fare gli interessi dei cittadini.

 

LOCCI SPIEGA COME E’ STATO “TROMBATO” DAI POLITICI ALESSANDRINI

“Il teatrino nel primo consiglio comunale – dichiara Emanuele Locci – prevedeva che alla prima votazione sarebbe stata proposta la mia indicazione formale mentre l’UdC avrebbe presentato una candidatura di disturbo così che la maggioranza potesse astenersi giustificando questa scelta con l’incapacità della minoranza di giungere ad una candidatura univoca. Il PD avrebbe dunque chiesto una sospensione chiedendo alla minoranza di parlarsi per giungere ad una candidatura condivisa. Secondo il copione l’ UdC avrebbe ritirato la candidatura in cambio della sostituzione del mio nome con quello di Priano ed il PD avrebbe sostenuto questa candidatura in quanto condivisa dall’opposizione. L’inciucio avrebbe potuto essere portato a termine risultando un percorso d’aula limpido e lineare agli osservatori esterni al “teatrino” se il Movimento 5 Stelle non avesse rotto le uova nel paniere della vecchia politica presentando a sorpresa, alla ripresa dei lavori consiliari dopo la prima votazione, una loro candidatura. A questo punto il PD ha dovuto dire di sostenere la candidatura del PdL anziché quella del M5S perché per prassi la maggioranza sostiene l’indicazione del gruppo più grande di minoranza, contraddicendo la scelta fatta in prima votazione di non esprimersi tra la prima indicazione del PdL e quella dell’UdC. Anche io non mi sono prestato al giochetto ed ho scelto di non partecipare al voto. Per dovere di cronaca ci tengo a rilevare come SEL ha votato il candidato del M5S, mentre la Lista Insieme ed il consigliere Camillo (PD) si sono astenuti.”

Secondo il centro Sinistra ha smascherato se stesso perché nella prima votazione si era espresso in maniera diversa. Giochi politici che non interessano più di tanto le persone fuori dalla politica, se non per una semplice considerazione di fondo: il PDl prima ancora di iniziare la nuova legislatura sembra già spaccato.

 25 giugno 2012