Decine e decine di avventori, scommesse per migliaia di euro al giorno, ma tutta l’attività era illecita e abusiva, perché non era stata concessa l’autorizzazione.

Questo è quanto avveniva, secondo l’accusa, nella Sala scommesse Gold Bet – sportwetten, in via Mazzini 142 che aveva aperto abusivamente circa un mese e mezzo fa, ma è stata chiusa dal Questore Filippo Dispenza.

Un momento della conferenza stampa col Questore Filippo Dispenza e la dirigente Vittoria Rissone

La diversità rispetto a fatti analoghi avvenuti finora, consiste nel fatto che, per la prima volta ad Alessandria e una delle prime volte in Italia, il sequestro effettuato dai poliziotti della Questura di Alessandria non è stato fatto a livello amministrativo, ma penale e disposto dal magistrato del Tribunale di Alessandria.

Un sequestro per certi versi “anomalo” rispetto a violazioni di possibile natura amministrativa, ma importante perché al gestore della sala, un trentenne residente nell’alessandrino, non è stata contestata la violazione amministrativa (e cioè la mancanza di autorizzazioni per l’apertura della sala scommesse) ma quella penale, cioè l’esercizio illecito di scommesse.

Tutta l’operazione è stata illustrata durante una conferenza stampa dallo stesso Questore, Filippo Dispenza e dal capo della Polizia Amministrativa e Sociale (PASI) Vittoria Rissone.

 

I FATTI

La sala scommesse in cui é avvenuto il sequestro

Secondo quanto accertato, nella sala in via Mazzini 142 si esercitava la raccolta e la trasmissione telematica di scommesse in favore di un bookmaker austriaco senza alcuna autorizzazione. La sala aveva aperto circa un mese e mezzo fa, ma tutta la vicenda nasce nel mese di marzo, quando il titolare della sala scommesse incriminata richiede alla Questura la licenza per poter avviare la raccolta e trasmissione telematica di scommesse su eventi sportivi in favore di un bookmaker austriaco.

Gli immediati accertamenti di polizia amministrativa fanno emergere che l’interessato non è in possesso della concessione rilasciata dal Ministero delle Finanze come previsto dalla normativa attuale. Immediato, quindi, il provvedimento di rigetto dell’istanza a firma del Questore risalente al mese di marzo.

Il diniego dell’autorizzazione non ferma, tuttavia, l’interessato che a distanza di qualche tempo apre ugualmente una sala in centro città con tanto di insegne ed indicazioni che ne pubblicizzano la attività.

La Questura a quel punto decide di inviare una segnalazione alla locale Procura della Repubblica sulla base dei riscontri ottenuti e della normativa di settore attualmente vigente in Italia per consentire al Pubblico Ministero di richiedere all’Ufficio G.I.P. del Tribunale un decreto di sequestro preventivo delle apparecchiature della sala giochi adibite alla raccolta delle scommesse ed alla loro trasmissione via telematica al bookmaker austriaco. Il provvedimento, emesso venerdì 15, viene eseguito nel pomeriggio di sabato: il personale della Divisione di Polizia Amministrativa sequestra 8 apparecchiature elettroniche ( 6 server e 2 hard-disk) e materiale cartaceo che attesta le avvenute giocate ed il loro invio al summenzionato bookmaker; il titolare, inoltre, viene indagato per i reati previsti dalla legge 401del 1989.

 

ULTERIORI SVILUPPI?

L’indagine è tuttora in corso e la Questura ha messo in allarme il Servizio Interpol al fine di individuare eventuali responsabilità addebitabili al bookmaker austriaco.

Secondo quanto emerso sarebbe un uomo residente a Lugano ad aver fatto da intermediario tra l’azienda austriaca e il trentenne alessandrino.

Secondo quanto emerso, inoltre, la sala aperta ad Alessandria non sarebbe l’unica ma sarebbero in corso altre aperture abusive in diverse altre città italiane.

La vicenda rientra in quell’attività della Questura di Alessandria, fortemente incentivata dal Questore Filippo DISPENZA, finalizzata a contrastare il fenomeno del gioco illecito e delle scommesse clandestine che, soprattutto nell’ultimo periodo, ha richiamato l’attenzione della pubblica opinione a livello nazionale, non ultimo per le possibili infiltrazioni da parte della criminalità in tale settore.

18 giugno 2012