Si lamentano che non vendono ma quando c’è gente in città, come ad esempio per la festa patronale, rimangono chiusi. Se il Commercio è in crisi, quindi, la “colpa” è anche degli stessi commercianti perché il Comune, a differenza di quando accadeva fino a poco tempo fa, non ha più alcun potere di intervento. Questo è emerso dalla riunione della Commissione consiliare Politiche Economiche , Cultura e Promozione del Territorio che si é svolta in municipio giovedì pomeriggio.

La Commissione cultura presieduta da Gianpietro Porta

La crisi, infatti è solo uno degli aspetti e si fa sentire soprattutto nel centro storico, dove si assiste ad un vero e proprio depauperamento dei negozi, ma a livello cittadino è molto meno evidente.

Secondo i dati del Comune complessivamente a Tortona ci sono 3 grandi strutture o centri commerciali, 32 medie strutture e 641 negozi cosiddetti “di vicinato”. Nel 2011 hanno chiuso ben 49 di questi negozi, ma ne sono stati aperti 41, quindi il saldo negativo è abbastanza contenuto.

Il problema della progressiva chiusura dei negozi del centro, riguarda gli affitti sempre più cari.

“Mi risulta che molti negozi – ha detto l’assessore al Commercio Giorgio Musiari – abbandonano via Emilia ed altre strade commercialmente più appetibili per spostarsi in zone più decentrate a causa degli affitti troppo alti. Costi che evidentemente non possono più sostenere.”

 

 I COMMERCIANTI TORTONESI INCAPACI?

Dalla commisione è emrso un dato: se i negozi “di vicinato” sono in crisi la “colpa” è degli stessi commercianti che non li tengono aperti nei giorni festivi neppure quando c’è afflusso di gente.

Un esempio è stata la festa patronale dello scorso week end: migliaia di persone sabato sera lungo le strade e – bar a parte – la quasi totalità dei negozi, dopo cena, aveva le serrande abbassate e lo stesso dicasi il giorno successivo, cioè domenica.

“Purtroppo – ha concluso Musiari – il Comune non ha più alcun potere sulle aperture e sulle chiusure, perché c’è la liberalizzazione. Eventualmente possiamo solo cercare di andare incontro ai commercianti organizzando, nel limite delle risorse disponibili, organizzare manifestazioni in concomitanza con quella domenica al mese in cui i commercianti decidono di tenere aperti i negozi.”

Semopre rimanendo, però nel budget che il il Comune di Tortna ha messo a bilancio per l’anno in corso, cioè solo 52 mila euro per tutte le manifestazioni. Si tratta di somme derivanti dagli introiti relativi all’affidamento del servizio di tesoreria ad un privato.

Un evetuale apporto da aprte del Comune quindi dovrà essere attentamente valutato ed erogato solo solo i presenza di aperture domenicali

E qui casca l’asino perché non tutti aderiscono ed inoltre non è mai la stessa domenica, ma cambia a seconda dei mesi, mentre secondo il Comune sarebbe logico scegliere di tenere aperta sempre la stessa domenica del mese, che sia la prima, l’ultima o una delle altre due è relativo.

“Il centro – è stato detto a margine della riunione – diventa competitivo se è tutto aperto e sempre la stessa domenica, in modo che anche da fuori città la gente sappia che quella domenica a Tortona ci sono i negozi aperti, ma devono essere tutti o quasi, perché altrimenti non ha senso.

Inolte il messaggio che si dà al contribuente è univoco e si possono anche programmare campagne pubblicityarie di rilievo o slogan del tipo ‘venite a Tortona la secodna domencia del mese che trovate aperto’ Bisogna tenere presnete, inftati, che i commercianti del centro non possono fare concorrenza ai prezzi della grande distribuzione e proprio per questo devono offrire qualcosa di diverso, altrimenti rischiano veramente di scomparire.”

Angelo Bottiroli



17 maggio 2012