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TORTONA: “Ad ottobre in Comune ha detto che non vuole più l’Università. Se cambia idea paghi i debiti”


E’ sempre muro contro muro e si allontana la possibilità di salvare la facoltà infermieristica. L’’Università “Amedeo Avogadro” infatti conferma l’ipotizzata chiusura della sede di Tortona e ribadisce che soltanto saldando il debito che il Comune ha con l’Università stessa, si potrà rimettere tutto in discussione.

«Leggiamo sempre con stupore le affermazioni che il sindaco di Tortona Massimo Berutti e l’assessore alle politiche giovanili Mario Galvani continuano a rilasciare ai media sulla vicenda del corso di laurea di Infermieristica nella loro città – dice il rettore dell’Università Amedeo Avogadro, Paolo Garbarino -. Il Comune di Tortona è inadempiente nei confronti dell’Università e in un incontro del 3 ottobre ha dichiarato espressamente di non essere disposto a ottemperare agli impegni presi e stabiliti con apposita convenzione. Per questo l’Università ha deciso di tutelare la propria posizione trasmettendo tutti gli atti all’Avvocatura dello Stato, che sta procedendo con l’iter giudiziale. L’Università ha assunto i ricercatori nei tempi che richiedono le procedure concorsuali e ha rispettato tutti gli accordi, finché è stato consentito fronteggiare spese non coperte dagli enti che avrebbero dovuto finanziarle».

E’ questa la risposta dell’Università alle dichiarazioni del sindaco Massimo Berutti e dell’assessore Mario Galvani che avevano accusato l’Università di non aver rispettato le regole perché avrebbe fatto due assunzioni di cui una fuori tempo massimo e non avrebbe osservato quanto disposto nella convenzione, stipulata nel 2007, sull’autonomia della sede didattica e formativa con tutte le attività curricolari del corso di laurea a Tortona.

Il sindaco e l’assessore avevano proposto un tavolo, ma l’Università di fatto replica: “va bene il tavolo, ma prima pagare i debiti pregressi e poi discutiamo del futuro. Il Comune di Tortona, purtroppo non ha soldi, quindi è già prevedibile capire come finirà.

Questo a meno che la Fondazione non cambi i dea e non ritorni sui propri passi…..

13 maggio 2012

 

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