Difficile davvero credere che nessuno di noi abbia mai avuto a che fare, più o meno direttamente con il fenomeno del bullismo. Probabilmente non ce ne siamo mai resi realmente conto:per questa ragione, in Italia, quasi manca una vera e propria definizione di bullismo, contrariamente alla quasi totalità del mondo occidentale, che considera ufficiale la definizione di DAN OLWUES, massimo esponente mondiale di bullyng. La definizione è la seguente: uno studente risulta vittimizzato nel momento in cui viene sottoposto, ripetutamente, nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni di scuola e non.
“Bullismo e “scuola” non sono due termini necessariamente affiancati: ci sono le strade, gli autobus, gli oratori, il cortile sotto casa, il parco giochi, ma oggi nell’era in cui il divertimento passa sopratutto attraverso le nuove tecnologie, attraverso i videogames, PC e quant’altro, abbiamo la scuola come fondamentale centro di aggregazione giovanile.
Per questa ragione, bullismo e scuola sono due termini divenuti quasi inscindibili.
LE PREPOTENZE
Offese, esclusioni dal gioco, cattiverie ingiustificate, prevaricazioni fische con calci e pugni, o anche solo fastidiose sberlette, limitazioni della libertà personale con la segregazione in una stanza contro la volontà delle vittime: questi sono i principali tipi di azioni prepotenti tipiche del bullismo. Risulta difficile elencarle tutte con precisione poichè la fantasia perversa di alcuni elementi del branco non ha limiti stabiliti.
La linea che separa il bullismo dalla microcriminalità diffusa è molto sottile: dato sconcertante è che il 70% degli alunni dichiara di avere subito qualcuno di questi atti nei tre mesi precedenti l’intervista.
Il bullismo si rileva già dopo la terza elementare, diminuendo verso le classi più alte. Alle superiori sono meno frequenti le vittime, ma con atti più distruttivi, anche perchè rivolti ad una popolazione ancora più a rischio, cioè gli adolescenti.
Il bullismo si divide in maschile e femminile: quello maschile è più diretto, più frequente, più dichiarato.
Il bullismo femminile è fatto di dicerie, umiliazioni dirette e indirette sulle compagne; è un fenomeno più psicologico che fisico +++ bullismo indiretto +++ degradazione della vittima.
Entrambi hanno in comune l’enorme capacità distruttiva sull’autostima e sulla capacità di reazione.
BULLISMO E SALUTE
Le conseguenze del bullismo si ripercuotono sopratutto su vittime che sviluppano problemi legati alla salute, al suo ruolo sociale es all’identità personale, subendo perdite relazionali.
La forte pressione psicologica che caratterizza le azioni dei bulli porta alla comparsa di una serie di alterazioni del benessere complessivo che interessano l’equilibrio emotivo nel privato e nei rapporti personali esterni, l’equilibrio psicofisico ed il comportamento tenuto. La vittima nel tempo arriva a sviluppare differenti patologie, anche di interesse psichiatrico. Inizia una lunga serie di disturbi, somatizzazioni e malattie che possono protrarsi per lungo periodo o divenire croniche. L’intervallo di tempo che intercorre tra atti di bullismo e sviluppo di malattia è variabile, con sintomi fisici, psichici e psicosomatici.
SINTOMI DA RISCONOSCERE, NELLE VITTIME DI BULLLISMO, PER INTERVENIRE CON TEMPESTIVITA’:
OCCHI: annebbiamento temporaneo della vista, congiuntiviti ricorrenti.
DERMATOLOGIA: dermatosi aspecifiche, eritemi, psoriasi, allergie cutanee.
REGIONE CERVICALE: cefalea muscolotensiva, vertigini, lipotimie.
ARTI: tremori, dolori ossei, e muscolari, astenia.
APP. DIGERENTE: gastriti, pirosi gastrica, colon irritabile, vomito.
CUORE: tachicardia, sincopi, cardiopalmo, ipertensione.
APP.RESPIRATORIO: dispnea, oppresioe del petto, tosse, crisi asmatiche.
ENDOCRINOLOGIA: disturbi tiroidei, amenorrea.
SISTEMA IMMUNITARIO: diminuzione delle difese immunitarie e maggiore vulnerabilità agli agenti infettivi (episodi di faringite e tosilliti reicidvanti).
DISTURBI PSICHICI: ansia, attacchi di panico, fobie, ansia libera, disturbi dell’umore, (marcata aggressività, irribtabilità, depressione), disturbi dell’attenzione e della concentrazione, con deficit della memoria.
DISTURBI DEL PENSIERO: fissazioni, ossessività ideativa.
DISTURBI DEL SONNO: insonnia, risvegli multipli.
DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE: anoressia, bulimia.
ABUSO DI ALCOOL E DROGHE.
ALTERAZIONI DELLA PERSONALITà: depersonalizzazione, ideazione suicidaria, suicidio, omicidio.
CONCLUSIONE:
Da quanto sopra si evince come la scuola e la famiglia abbiano l’obbligo imprescindibile di vigilare sui comportamenti dei loro figli, per garantire a tutti una società migliore, composta da adulti e cittadini maturi e responsabili.
Pertanto alfine di agevolare il conseguimento degli obiettivi sopra indicati, si suggerisce, a chiunque governerà la città dopo le prossime elezioni comunali, se vorrà dimostrare di avere veramente a cuore la tutela dei nostri ragazzi, dei cittadini e delle famiglie, di prendere in seria considerazione la pianificazione dei seguenti:
IMPEGNI PROGRAMMATICI IN AMBITO SANITARIO.
– Incontri con la popolazione sui temi dell’educazione sanitaria (alimentazione, ambiente, prevenzione malattie cardiovascolari ed oncologiche).
– Incontri con i giovani, nelle scuole sui temi legati all’Alcoolismo, Abuso di nuove droghe, Aids, Epatiti B e C, Malattie sessualmente trasmesse, Patologie emergenti legate alla immigrazione.
– Incontri nelle imprese sui temi della sicurezza sul lavoro.
– Conoscenza approfondita della realtà locale per scoprire eventuali enclaves di lavoro minorile.
Maura Arbuffi
Pier Carlo Lava
3 maggio 2012