Nella giornata in cui Trenitalia annuncia due nuovi Frecciarossa, finalmente l’assessora Bonino ha formalizzato in commissione il taglio dei cosiddetti rami secchi delle linee ferroviarie, all’interno della proposta di programma triennale regionale dei servizi di trasporto pubblico locale.
Questo programma nasce dall’esame di un lungo elenco dei treni a bassa frequentazione, con un numero di passeggeri inferiore ai cinquanta. Denunciamo che si tratta del risultato di una concertazione avvenuta solo con Trenitalia e RFI, in modo assolutamente non trasparente, senza la condivisione delle amministrazioni locali e delle associazioni dei pendolari. Prima si taglia, poi questi soggetti verranno consultati.
Ancora oggi è stato affermato che questa rivoluzione si giustifica con il fatto che i flussi di utenza delle linee tagliate sono bassi anche nella fascia oraria del trasporto pendolari. Dunque non sarebbe economicamente sostenibile il mantenimento delle linee, neanche limitata ad alcuni orari.
Un’altra giustificazione è che delle 14 linee “rimodulate” (Pinerolo-Torre Pellice, Savigliano-Saluzzo-Cuneo, Asti-Castagnole-Alba, Mondovì-Cuneo, Alessandria-Castagnole, Alessandria-Ovada, Santhià-Arona, Ceva-Ormea, Novi-Tortona, Vercelli-Casale, Novara-Varallo, Asti-Casale-Mortara, Asti-Chivasso, Bra-Ceva), otto sono già interrotte o sospese in estate. Tante giustificazioni che si scontrano con il diritto ad un mobilità ambientalmente sostenibile.
Una rimodulazione, che seppur verrà verificata con gli utenti, sarà quasi sicuramente irreversibile.
Un piano dunque inaccettabile nei modi e nei contenuti.
Monica Cerutti – Sinistra Ecologia Libertà
29 maggio 2012