Pubblichiamo il documento degli ambiebtalisti e della ssociazioni che si sono schierate contro il Terzo Valico distribuito anche nella manifestazione che si è svolta ieri ad Arquata Scrivia Queste le 10 ragioni per cui c’è una forte opposizione al progetto.
Le 10 ragioni del NO
1) 1991: un avvio immorale – I lavori per l’Alta Velocità vengono assegnati senza alcun appalto, previa una tangente del 4% ad alcuni partiti (dichiarazione di Lodigiani). La TAV spa viene costituita con il 40% di finanziamento pubblico e il 60% di finanziamento privato soltanto per non dover passare attraverso la gara d’appalto. Nel 1998 la TAV diventa di totale proprietà del gruppo FS: lo Stato si accolla così tutti i costi, i privati si prenderanno tutti i profitti.
2) Non è utile – Esistono già 5 linee tra la Liguria e la valle Padana utilizzate soltanto al 30% della loro reale capacità. Esse sono in grado, già allo stato attuale, di trasportare 2.400.000 container all’anno (dichiarazione di Moretti, amministratore delegato di RFI).
3) Si fanno previsioni del traffico fantasiose – Le previsioni del traffico dei progettisti si basano sul concetto della crescita infinita. Nel 1996 si prevedeva una crescita del 18,5% annuo del traffico di merci voluminose, ma in realtà da allora è stato solo del 2% annuo. E nel 2011 i container movimentati nel porto di Genova sono stati soltanto 1.840.000, meno di quelli del 2007, 1.855.000.
4) Basterebbe addirittura un solo Valico – L’Authority del porto di Genova fornisce il seguente dato: annualmente viaggiano su treno, da Genova verso Nord, soltanto 64.400 container, il resto va su gomma. Se si facesse anche qui da noi ciò che hanno fatto altri stati europei e s’imponesse il 20% obbligatorio di trasporto ferroviario per i container si arriverebbe tutt’al più a 368.000 annui, quantità che potrebbe smaltire da sola una delle due linee dei Giovi.
5) Il 95% dei pendolari utilizzano i treni su percorsi brevi – Eppure, per questo genere di trasporto viene utilizzata una percentuale minima degli investimenti: tutti i finanziamenti vengono concentrati verso l’Alta Velocità, che riguarda solo il 5% dei passeggeri. La sproporzione è clamorosa: 95% dei finanziamenti a un servizio che riguarda il 5% degli utenti, 5% dei finanziamenti a un servizio che riguarda il 95% di utenti.
6) Ma quanto costa l’Alta Velocità? – Il costo preventivo dei 54 chilometri del Terzo Valico è di 6 miliardi e 200 milioni di Euro (la cifra corrisponde esattamente a quella “tagliata” per le pensioni), ossia 115 milioni di Euro a chilometro: otto volte di più di quanto ci raccontavano nel 1992..
7) Infiltrazioni mafiose – Recenti intercettazioni, mandate in onda nella trasmissione televisiva “Presa diretta”, hanno rivelato la connessione tra ’ndrangheta e un politico di spicco che prometteva ai suoi interlocutori appalti sulla Torino-porto di Genova e sullaGenova-Milano (Terzo Valico). Ma questo l’avevano già ripetutamente detto, a proposito delle altre tratte dell’Alta Velocità, il giudice Fernando Imposimato nel suo libro “Corruzione ad Alta Velocità” e Ivan Cicconi nel “Libro nero dell’Alta Velocità”. Perché nessuno dei politici li ha mai ascoltati?
8) Danni ambientali – La galleria lunga 39 chilometri intercetterà molte falde d’acqua provocandone il prosciugamento come è già avvenuto nel Mugello: lo scavo della galleria tra Firenze e Bologna sotto gli Appennini ha causato 57 chilometri di fiumi in secca, 37 sorgenti prosciugate e 5 acquedotti fuori uso con i Comuni costretti a rifornire le popolazioni con autobotti. Sarà un inferno di deforestazioni, di abbattimenti di case, di enormi cantieri, di sventramenti per creare nuove strade, di rumore, di polvere, di avanti e indietro di centinaia di camion di giorno e di notte per almeno una decina d’anni a ridosso dei centri abitati.
9) L’amianto che uccide – Le analisi hanno già confermato in occasioni precedenti la presenza di rocce amiantifere nel tratto montano Voltri-Val Lemme. Anche nel tratto della nuova galleria i geologi ipotizzano una forte presenza di tali rocce per cui milioni di metri cubi di smarino (il materiale che verrà scavato nel tunnel) contenente amianto costituiranno un pericolo per la salute dei lavoratori e per le popolazioni interessate dal passaggio dei camion e dalle discariche. Minimizzare il problema come qualcuno cerca di fare vuol dire comportarsi come coloro che per anni hanno consentito alla Eternit di lavorare nonostante fossero a conoscenza dei rischi mortali per i lavoratori e le popolazioni circostanti.
10) I progetti fasulli dal 1992 ad oggi – Finora sono stati redatti e cestinati 3 progetti (1994; 1998; 2000), per un costo complessivo di almeno 300 miliardi di vecchie lire, compresi i famosi e chiacchieratissimi fori pilota di Voltaggio e Fraconalto del 1997 bloccati dalla magistratura con l’accusa di truffa aggravata.
È credibile della gente che lavora in questo modo?
27 maggio 2012