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LETTERE IN REDAZIONE: Il tortonese Salvatore Pagano segretario comunale di Binasco parla dei Conti “in rosso” di Tortona


Pubblichiamo di seguito una lunga lettera che ci ha inviato Salvatore pagano, tortonese, residente in via Emilia, avvocato e segretario comunale a Binasco, noto comune nei pressi di Milano che analizza i conti “in rosso” del Comune di Tortona.

Ringraziamo il segretario per il contributo ed invitiamo tutti coloro che intendono approfondire l’argomento a leggere lo scritto del professionista

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Certamente oggi lo stato di salute dei conti comunali sta maggiormente a cuore ai cittadini tortonesi; non foss’altro perché ne vale della qualità di vita rispetto ai servizi in godimento, per non parlare della capacità di spesa dei singoli contribuenti. E’ quello che balza agli occhi del lettore e non solo, che a cadenza ravvicinata ne viene informato dell’andamento anche con autorevoli riflessioni e considerazioni.

Abbiamo letto per fortuna interventi di illustri politici, professionisti ed imprenditori locali, e speriamo di leggerne ancora a beneficio di un maggior grado di consapevolezza del problema.

In particolare per quanto riguarda i conti del Comune abbiamo letto che a seguito del disavanzo emerso dal verbale di chiusura dell’esercizio 2011 che la ragioneria ha poi provveduto al riaccertamento che ha portato alla cancellazione di 3.876 mila euro di residui attivi.

Per legge i residui attivi sono somme accertate e non riscosse entro l’esercizio finanziario. Cioè si tratta di entrate calcolate in maniera presunta e non riscosse, senza supporto di alcuna documentazione. Insomma non avevano e non hanno certezza di riscossione”.

 

PERCHE’ IL COMUNE HA CANCELLATO CREDITI PER QUASI 4 MILIONI?

Se per “residuo attivo” si intende la somma accertata e non riscossa entro l’esercizio finanziario, è bene chiarire che alla definizione “*accertamento *” la legge attribuisce un preciso significato; e cioè “*l’esistenza di un valido ed idoneo titolo giuridico in grado di poter attribuire alla somma

non riscossa la dignità di credito, individuandone il soggetto debitore, le ragioni del suo debito e la scadenza del pagamento”; vale a dire un contratto, una sentenza, un ruolo e così via, in grado di poter anche comportare l’avvio della eventuale procedura giudiziaria ed esecutiva per la “dovuta” escussione.

Se così fosse, come in effetti è, dire che “si tratta di entrate calcolate in maniera presunta e non riscosse, senza supporto di alcuna documentazione, insomma non avevano e non hanno certezza di riscossione” potrebbe portare il lettore a considerare i bilanci comunali fondati sulla precarietà e non su dati certi come in effetti è per legge.

Principio cardine di un bilancio comunale infatti è, fra gli altri, la sua “veridicità “, intesa nel senso letterale del termine, ed il suo “pareggio finanziario” quale limite della spesa in funzione delle entrate.

Quelle somme pari a 3.876,753,95 euro, poi “cancellate dal credito”, si trovavano registrate nei documenti contabili in forza di un valido titolo giuridico tale per poterli considerare “credito” come prima detto. Ed allora dove sta l’inghippo?

E’ pur certo che uno stato di disavanzo (aver impegnato somme superiori all’accertato), o addirittura di dissesto finanziario (pari al fallimento di un’azienda ma con il compito, qui di farla ripartire e non di chiuderla) non è dovuto ad una calamità naturale, non è un evento imprevisto ed imprevedibile, ma è di certo la somma di mille azioni od omissioni, a volte imposte anche dalle norme finanziarie, in grado di comprometterne i risultati positivi.

 

IL RUOLO DEI POLITICI

E la politica?

Agli occhi dei meno addetti la politica rischia di essere considerata l’unica responsabile di ogni buona e cattiva sorte; ma forse, e lo vedremo fra poco, non sempre é da sola, o magari addirittura non sempre è sufficientemente consapevole dei risultati nefasti; ma pur sempre responsabile.

La politica è il governo della cosa pubblica, ove si agisce per progetti e programmi assentiti e votati dalla maggioranza degli elettori.

Ma per dare gambe ai progetti ed ai programmi sceglie, con un grande margine di discrezionalità forse fin troppo elevato, tecnici che operino, pur sempre nel rispetto delle norme ordinamentali, per il raggiungimento degli obiettivi politici. E non solo; abbisogna ancora di tecnici altamente professionalizzati in grado, in primis, di adeguatamente monitorare il flusso e la dinamica dell’entrata e della spesa come in una comune azienda o addirittura in una comune famiglia, a garanzia della bontà e della buona riuscita delle scelte operative.

Immaginate un’azienda che spende ed investe su entrate calcolate in maniera presunta ….senza supporto di alcuna documentazione, insomma senza certezza di riscossione?

Così tenderebbe al fallimento.

 

MA CHI DOVEVA CONTROLLARE LO HA FATTO?

E allora?

Se la politica in questi anni, e non mi riferisco agli ultimi, ha programmato, progettato, ed anche Realizzato, forse chi aveva il compito di eseguire, monitorare e controllare non ha eseguito, Monitorato e controllato a sufficienza?

I dirigenti comunali sono per legge sovraintesi e coordinati dal segretario generale, figura questa che all’interno del comune assomma nella sua professionalità il massimo grado di preparazione giuridica a beneficio della struttura politica e burocratica; ma il dirigente finanziario è controllato anche ed addirittura da un organo esterno ed indipendente, chiamato “collegio dei revisori”; anche questo scelto, fino ad oggi, con quell’elevato grado di discrezionalità di cui dicevo prima. E dico fino ad oggi perché a breve entrerà in funzione un meccanismo di nomina di questo prezioso organismo che ne affida alle Prefetture l’individuazione.

Si saranno accorti forse che nel sistema dei controlli qualcosa non abbia retto appieno?

Ci si può aspettare che una struttura adeguatamente attrezzata possa cancellare dal bilancio in un sol colpo una somma di quasi 4 milioni di euro riportati per svariati anni, addirittura dal 2004, nelle scritture contabili?

 

MA IL COMUNE HA MANTENUTO UN COMPORTAMENTO PRUDENTE?

La stessa Corte dei Conti ci dice che: “Durante la verifica dei requisiti essenziali per il mantenimento … del residuo attivo proveniente dagli anni precedenti,… l’ente deve mantenere un comportamento prudente, evitando di conservare tra i residui attivi del conto del bilancio i crediti dichiarati assolutamente inesigibili, quelli controversi e quelli riconosciuti di dubbia o difficile esazione e comunque premunirsi di costituire un fondo svalutazione crediti idoneo a bilanciare gli effetti negativi sul risultato di amministrazione”

A ogni garanzia afferma ancora: “I crediti di dubbia o incerta esigibilità, se stralciati dal conto del bilancio, si conservano nel conto del patrimonio, in apposita voce, sino al compimento dei termini di prescrizione o di dichiarazione di inesigibilità”

Forse da queste considerazioni magari a qualcuno potrebbe venire da chiedersi se la nostra politica sia stata adeguatamente supportata da chi era stato scelto e posto per operare, monitorare e controllare nell’interesse, oltre che della stessa, anche della cittadinanza intera, o invece potuto meritare di più.

Di certo è che la congiuntura economica del momento assommata alla politica di ristrettezze finanziarie con i vincoli europei del patto di stabilità nazionale in primis, non aiutano sicuramente a venirne agevolmente fuori come un tempo.

Salvatore Pagano – Avvocato, segretario generale del comune di Binasco


12 aprile 2012

 

 

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