A Ozzano Monferrato disponiamo di due motivi di rischio e di disagio che si trascinano da anni irrisolti e che peggiorano la qualità della vita e l’incolumità dei residenti, soprattutto in località Lavello, cioè lungo la ex statale Casale Asti che nel borgo assume la denominazione di via Roma.
Uno dei motivi accennati è costituito dai numerosi manufatti contenenti amianto presenti nel borgo, talmente numerosi che rendono probabilmente Ozzano il sito più a rischio di tutta l’area casalese, non occorre sorvolare l’abitato su un aereo per rendersene conto, basta guardarsi in giro, riscontro che avrebbe dovuto porre istituzionalmente il borgo in un elenco prioritario per essere bonificato. Non mi risulta che siano mai state avviate bonifiche e gli edifici in stato di grave degrado continuano a rimanere tali, aumentando il rischio di dispersione delle fibre.
Il primo motivo cui ho accennato è un pericolo invisibile ma micidiale seppur lentamente, il secondo invece è molto visibile e percepibile con tutti i sensi e mette a dura prova la pazienza di chi abita al Lavello: il traffico automobilistico.
A parte l’intensificazione dello stesso, dovuto all’aumento esponenziale dei veicoli circolanti avvenuto negli ultimi decenni, che hanno ormai elevato i passaggi giornalieri a circa 18 mila (che lo rende il centro abitato più trafficato dell’area casalese, nelle ore di punta è praticamente impossibile attraversare la strada), ma è il comportamento incivile di troppi automobilisti che rende la situazione intollerabile per una società civile.
E’ appena di ieri l’ennesimo incidente dovuto ad un tamponamento per eccesso di velocità, a volte in passato hanno addirittura demolito dei pali della luce (essendo in cemento armato, immaginatevi a che velocità dovevano transitare), ma la frequenza degli incidenti non rende assolutamente l’idea di cosa avviene in questo centro abitato che per circa 1,5 km è attraversato dalla strada provinciale (ex statale) che da Casale porta ad Asti e a Torino.
E’ comprensibile che non si riesca a rispettare il limite dei 50 km/h, e se anche passassero tra i 60 ed i 70 km/h non ci sarebbe motivo di lamentela, ma moltissimi automobilisti, motociclisti e camionisti superano di parecchio tali velocità che sarebbero accettabili e tollerabili.
Troppo spesso si assiste a passaggi ben superiori ai limiti di velocità (da due fino a tre volte i limiti), a volte addirittura mentre sorpassano, soprattutto nella fase di ingresso e di uscita dal centro abitato, come se dovessero decollare con un aereo o come fosse un autodromo …
Comportamenti che denotano un assoluto menefreghismo per la realtà esterna all’abitacolo da parte di questi “piloti”, che non tengono conto del rischio per l’incolumità degli abitanti, che non possono attraversare la strada senza essere particolarmente agili e vigili e che rischiano anche a camminare sui marciapiedi (i genitori devono essere particolarmente attenti a tenere sotto controllo i bambini, con tutta l’ansia che ne deriva).
QUESTA E’ INDIFFERENZA
Comportamenti che dimostrano indifferenza per i fastidi e danni arrecati, incuranti di sfrecciare a fianco di edifici abitati recando molestia. Infatti il disagio complessivo degli abitanti è proporzionale alla velocità di transito, essendo risaputo che le emissioni inquinanti ed acustiche aumentano con la velocità, quindi oltre all’incremento di inquinamento atmosferico si subisce anche un aumento dell’inquinamento acustico.
Inoltre gli edifici laterali alla strada con il passare degli anni risultano danneggiati dalle vibrazioni provocate proprio dall’eccesso di velocità di transito dei veicoli, soprattutto di grossa stazza, come gli autocarri e le corriere.
Quindi non è accettabile in alcun modo l’atteggiamento ipocrita e lassista di coloro che giustificano il fatto che a vivere lungo una strada trafficata si debbano subire disagi conseguenti. Questi non sono disagi legittimi e oggettivamente conseguenziali, questi sono dovuti alla maleducazione, egoismo, violazione sistematica delle regole, e carenze istituzionali.
Quindi gli abitanti sono divenuti loro malgrado soggetti passivi e penalizzati, per abitudine ed impotenza indotta dalle circostanze, all’assoluta assenza di provvedimenti efficaci.
In proposito è interessante e curioso rilevare come ci si accorga facilmente quando c’è qualche rara pattuglia di polizia o carabinieri lungo la strada, si abbassa la soglia del rumore di fondo ed affacciandosi alle finestre o percorrendo il marciapiede ci si accorge subito che il traffico è come al rallentatore, come se stessero girando un film e le auto viaggiano tutte ai 50 km orari, come per magia.
Le auto in quelle rare occasioni tornano a svolgere la loro funzione primaria e non sono più condotte come fossero armi a quattro ruote, alcune corazzate come i SUV (sempre più numerosi), mezzi per l’affermazione di sé, del proprio status presunto.
PROPOSTE
La crisi in corso, che ha anche ridotto l’uso dell’auto per gli eccessivi costi del carburante, consentirà alle istituzioni preposte di rispondere che installare semafori per rallentare il traffico o autovelox permanenti costerebbe troppo e non ci sono le risorse, però la tecnologia ormai dispone di apparecchi di tutti i generi ed a prezzi accessibili, con effetto non solo di deterrenza ma anche di efficacia persuasiva e repressiva.
Ad esempio si potrebbero installare telecamere che riprendano il traffico e rilevino i casi più pericolosi di guida “criminale” (passaggi ben oltre i 100 km/h e sorpassi pericolosi, più frequenti di quanto si immagini, soprattutto di sera e di notte, e d’estate con le finestre aperte potete immaginarvi come possano favorire il riposo, soprattutto le moto). E non possiamo certo rimanere passivi augurandoci paradossalmente che la crisi si aggravi ed induca ad ulteriori decrementi del traffico veicolare …
Purtroppo viviamo in tempi difficili, di diffusa sofferenza e frustrazione, di arido individualismo e squilibrio comportamentale, ed il modo di condurre un’autovettura è assai sintomatico del livello di socialità, maturità e responsabilità della persona alla guida.
Monitorare il traffico anche solo osservandone a campione il comportamento più diffuso (come guidare con il cellulare all’orecchio, divenuto sport nazionale), rivela come la situazione stia sempre più degenerando, e potrà solo peggiorare, se non si applicherà con più severità il codice della strada e si interverrà potenziando la prevenzione.
Evitiamo di attendere le tragedie per poi intervenire per placare l’opinione pubblica.
Cordiali saluti
Claudio Martinotti Doria
9 aprile 2012