Da quando il Governo Monti ha introdotto questa nuova tassa, molti clienti ci chiedono delucidazioni in merito.
Così, dopo un’attenta ricerca, adesso cerchiamo insieme di capire come funziona.
Con la riforma del federalismo fiscale, è stata introdotta una nuova tassa, l’Imposta Municipale Unica (Imu), si paga su tutti gli immobili e sostituisce sia l’Irpef sui redditi fondiari delle seconde case, sia l’Ici, introdotta nel 1992 e presto diventata una delle entrate più importanti nel bilancio dei Comuni, prima di essere abolita per le prime case.
Le aliquote Imu possono essere fissate da ciascun Comune aumentando o diminuendo l’aliquota ordinaria.
Il prossimo 18 giugno si pagherà la prima rata, il governo precisa che la maggior parte dei Comuni non ha ancora preso una decisione ufficiale sulle proprie aliquote e il pagamento potrà essere effettuato sulla base delle aliquote standard fissate a livello nazionale; le eventuali (e nella maggior parte dei casi probabili) maggiorazioni andranno poi a scaricarsi sul saldo di dicembre.
Questa decisione sarà formalizzata nelle prossime ore con un emendamento al decreto fiscale.
Questo dovrebbe facilitare il lavoro del CAF (i centri che aiutano i contribuenti a compilare le dichiarazioni) che avevano espresso disagio e preoccupazione per l’incertezza creatasi.
Chi deve pagare l’Imu: La nuova imposta interessa i proprietari sia di immobili residenziali, sia di immobili commerciali.
I cittadini verseranno la rata di acconto, teoricamente fissata al 50 per cento del dovuto, sulla base delle aliquote scelte dall’esecutivo con il decreto salva-Italia: 4 per mille sull’abitazione principale, 7,6 per mille sugli altri immobili.
In entrambi i casi l’aliquota verrebbe applicata sulla rendita catastale rivalutata con un moltiplicatore pari a 160 (invece che il 100 dell’Ici).
Nel caso dell’abitazione principale spetta però una detrazione di 200 euro, aumentata di 50 per ciascun figlio.
Per chi ha case in affitto, è prevista un dimezzamento dell’aliquota ordinaria, ma solo a partire dal 2015.
Ciascun Comune può comunque deliberare una riduzione fino allo 0,4 per cento, decideranno inoltre se incrementare le due aliquote, stabilendo eventualmente nel caso di quella generale anche una diversa gradazione per gli immobili affittati e quelli tenuti a disposizione sfitti. A quel punto l’incremento per il cittadino andrà a pesare sul pagamento di dicembre.
Case all’estero: Con la manovra “Salva Italia” del governo Monti è stata introdotta una nuova tassa a carico di chi, pur essendo residente in Italia, possiede immobili all’estero.
I proprietari dovranno dovranno versare un’imposta dello 0,76 per cento del valore dell’immobile. Tale valore è dato dal costo riportato nell’atto di acquisto o, in assenza, dal valore di mercato dove è situato l’immobile. L’importo dovuto è proporzionale alla quota di possesso del bene.
Glenda Colaninno
Agenzia Immobiliare Prontocasa – Alessandria
4 aprile 2012